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Furto da 25 milioni a casa della figlia di Ecclestone: confessa il ladro, è un italiano di 43 anni

Alessandro Donati, milanese di 43 anni, ha confessato di aver realizzato due furti a casa di Tamara Ecclestone, figlia dell’ex patron della F1 Bernie, e Vichai Srivaddhanaprabha, il proprietario del Leicester football club. In totale ha rubato denaro e gioielli per un totale di 25 milioni di euro.
A cura di Davide Falcioni
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L'"Arsenio Lupin" autore di diversi furti in alcune case di ricchissimi personaggi londinesi è un italiano di 43 anni e si chiama Alessandro Donati: è stato lui a svaligiare le abitazioni di svariati vip della capitale britannica, tra le quali quella di  Tamara Ecclestone. "Ha ammesso le sue responsabilità per due furti, ma lo ha fatto quando l'accusa ha derubricato il capo di imputazione riconoscendolo come semplice partecipe invece che di promotore", ha dichiarato all'Adnkronos Angelo Pariani, avvocato di Donati. Il ladro dei vip, nato a Milano, davanti all'Isleworth Crown Court ha confessato di avere derubato valori, gioielli e denaro per un totale di "circa 25 milioni di euro", dalle case di Tamara Ecclestone, figlia dell'ex patron miliardario della Formula uno Bernie Ecclestone, e Vichai Srivaddhanaprabha, il proprietario del Leicester football club, poi morto in un incidente in elicottero. Arrestato in Italia lo scorso ottobre in esecuzione di un mandato di cattura europeo è stato estradato un mese e davanti ai giudici ha ammesso di essere lui il colpevole del furti del 10 e del 13 dicembre 2019.

Donati insieme a dei complici aveva forzato una finestra riuscendo poi a entrare nella casa del proprietario del Leicester e ad aprire più casseforti contenenti denaro (45mila sterline) e sette preziosi orologi Patek-Philippe. Non sazio, dopo tre giorni aveva fatto il bis nella villa di Tamara Ecclestone e del marito Jay Rutland. Qui la banda era riuscita ad aprire una sola cassaforte delle quattro presenti e a portar via gioielli, orologi e denaro contante per diversi milioni di sterline. "Il mio assistito ha ammesso le sue responsabilità, ma non di essere il capo della banda. La pena massima prevista è di otto anni che sconterà, in caso di eventuale condanna, in Italia: la corte d'appello di Milano nel concedere l'estradizione ha deciso che la condanna va scontata qui". La sentenza "è prevista a inizio giugno – aggiunge l'avvocato Pariani -, lui non vede l'ora di rientrare: dietro le sbarre gli sono concessi solo venti minuti d'aria e ha perso dieci chili".

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