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Freedom Flotilla 2: la Grecia arresta l’avanzata verso Gaza della Dignité Al Karame

Ancora una volta la Grecia ha fermato la Freedom Flotilla 2 diretta verso Gaza: sotto tiro è finita nuovamente la Dignité Al Karame, la nave francese con a bordo 17 attivisti filopalestinesi, già sfuggita al controllo greco a fine giugno.
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vik arrigoni

Kastellorizo: da questo porto greco era partito nella notte tra sabato e domenica scorsa lo yacht francese Dignité Al Karame, dopo aver "evaso" il controllo ellenico. Una minuscola parte della Flotilla si apprestava a raggiungere Gaza: una piccolo barlume di speranza faceva ben sperare il popolo palestinese ma qualcosa non è andato, ancora una volta, per il verso giusto. Si legge sul sito della Freedom Flotilla che stamane "il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, Generale Benny Gantz, ha ordinato alla Marina Israeliana di assumere il comando e di intercettare la nave francese Dignité-Al Karama". E, in effetti, così è stato.

Alle 12 è arrivata notizia che la Dignité Al Karame, che trasportava 17 attivisti filopalestinesi diretti a Gaza, era stata abbordata dalla Marina Israeliana. I militari, dopo aver accerchiato la Dignité con tre navi, avrebbero preso il controllo dello yacht, che ha virato alla volta del porto israeliano di Ashbob.  per il momento l'equipaggio dello yacht, che comprende anche tre giornalisti, avrebbe deciso di adottare una resistenza passiva, e contestualmente ha chiamato in causa il governo francese, chiedendo protezione.

Da tempo, infatti, gli attivisti della Freedom Flotilla 2 lamentano una sottomissione incondizionata dell'Europa alla volontà di Israele. Secondo loro, Gerusalemme starebbe a dir poco spadroneggiando nel Mediterraneo e, in effetti, non si può negare che sia così. Gli attivisti desiderano raggiungere Gaza via mare perché vogliono assicurarsi che sia rispettato, in un atto simbolico, il diritto internazionale.

Una circostanza che però, dalle notizie di queste settimane, risulta essere ripetutamente violata: la Grecia sta assecondando le disposizioni di Israele tenendo sotto tiro tutte le navi della Flotilla 2 e proibendo loro di salpare dai suoi porti. La  ragione del blocco risiede nel fatto che la Flotilla è tacciata di essere pericolosa, mentre in verità tutti sanno che si tratta di una missione umanitaria simbolica, tesa a rivendicare la libertà di un popolo quotidianamente soggiogato.

Ecco uno stralcio della lettera inviata dagli attivisti filopalestinesi al governo greco e, in particolare, indirizzata all'attenzione del Primo Ministro Papandreou e del Ministro degli Affari Esteri Lambrinidis:

La popolazione di Gaza ha bisogno di aiuti umanitari solo perché ci impediscono di costruire la nostra economia. Non ci consentono di importare materie prime o di esportare; sparano sui nostri contadini e pescatori quando cercano di pescare o lavorare i campi. Come risultato di una deliberata politica istaeliana, l’80% della nostra popolazione è diventata dipendente da aiuti alimentari, le nostre infrastrutture sono nel caos e i nostri figli non riescono neanche ad immaginare il giorno in cui conosceranno la libertà. La vostra offerta di consegnare il materiale cargo della Freedom Flotilla rafforza il concetto che gli aiuti umanitari risolveranno i nostri problemi ed è un debole tentativo di nascondere la vostra complicità con il blocco Israeliano. Ci dispiace, ma non accettiamo la vostra carità. Gli organizzatori e partecipanti alla Freedom Flotilla riconoscono che la nostra situazione non si risolve con gli aiuti umanitari, ma con il riconoscimento dei nostri diritti. Loro trasportano qualcosa di molto più importante degli aiuti: trasportano speranza, amore, solidarietà e rispetto. La vostra offerta di colludere con i nostri oppressori e consegnarci gli aiuti è completamente RIFIUTATA.

La  partenza della Flotilla, per il secondo anno consecutivo, era prevista per fine giugno: una missione che quest'anno assume, ancor di più, caratteristicche simboliche forti, dopo l'uccisione di Vittorio Arrigoni lo scorso aprile. Come tutti sanno,Vik amava Gaza e il popolo popolo palestinese; aveva dedicato il suo impegno e la sua vita alla liberazione della Striscia dall'oppressione israeliana ma, per mano di un commando di salafiti, è stato ucciso.

Nonostante la strenua opposizione greca, i filo-palestinesi non cessano di sperare e concludono il loro appello alla Grecia con queste parole:

Anche se è evidente che siete sottoposti ad una pressione politica enorme che vi induce a rispettare la volontà del regime israeliano, […] vi sollecitiamo a riconsiderare la vostra decisione e lasciar partire la Freedom Flotilla. Infine, noi riconosciamo le relazioni storiche tra i nostri popoli e il sostegno del vostro paese per i nostri diritti. Con la mente rivolta a questa storia e il vostro precedente riconoscimento dei nostri diritti negati, vi chiediamo di consentire alle barche della Freedom Flotilla di partire per Gaza, e poter sfidare l’assedio illegale di Gaza e l’occupazione illegale della Palestina da parte di Israele.

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