4.481 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Epidemiologo inglese accusa Italia e Spagna: “Altro che Cina, il contagio è arrivato da loro”

Neil Ferguson, epidemiologo inglese diventato famoso nel Regno Unito per essersi dimesso dall’incarico di consigliere del governo di Londra dopo aver violato le norme sul lockdown, ha accusato Spagna e Italia di aver contribuito alla diffusione del Coronavirus nel suo Paese: “Eravamo preoccupati dalla Cina e da altri Paesi asiatici, mentre è chiaro che c’erano centinaia, se non migliaia di persone, infette, che arrivavano da quelle zone”.
A cura di Ida Artiaco
4.481 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Eravamo preoccupati dalla Cina e da altri Paesi asiatici, addirittura gli Stati Uniti, mentre è chiaro che c’erano centinaia, se non migliaia di persone, infette, che arrivavano da Italia e Spagna". A parlare è l'epidemiologo inglese Neil Ferguson, luminare dell’Imperial College di Londra, diventato famoso nel Regno Unito per essersi dimesso dall'incarico di consigliere del governo di Londra dopo aver violato le norme sul lockdown per incontrarsi con la sua amante. Tuttavia, intervenendo alla Camera dei Lord, ha lanciato dure accuse a Roma e Madrid, secondo quanto riporta Evening Standard. Secondo l'esperto, dunque, se il suo Paese è stato colpito così duramente dalla pandemia, diventando il quarto a livello mondiale per numero di contagi, è "per colpa" di Spagna e Italia da dove, tra fine febbraio e inizio marzo sono arrivati i primi infetti. "È questo uno dei motivi per cui abbiamo una delle più grandi epidemie in Europa".

Questo spiegherebbe, secondo il professore "perché le cifre della mortalità sono risultate più alte di quanto sperassimo", raggiungendo al momento quota 50mila vittime. "Tra fine febbraio e inizio marzo – ha aggiunto – centinaia se non migliaia di persone infette stavano entrando nel Regno Unito dalla Spagna, e in una certa misura dall’Italia, prima che un sistema di sorveglianza fosse in piedi". Quindi, l'assenza di controllo avrebbe contribuito alla diffusione repentina del virus. Guardando al futuro Ferguson ha detto: "Abbiamo ridotto la trasmissione dell'80%". E mentre il Paese sta entrando a piccoli passi nella fase 2 dell'emergenza, resta il secondo al mondo per numero di decessi, dopo gli Stati Uniti, mentre gli infetti sono arrivati a 279.392.

Propio sul bilancio delle vittime, tuttavia, Ferguson non è stato molto chiaro. L'epidemiologo, infatti, era stato decisivo nel convincere Boris Johnson a imporre il lockdown. Senza le chiusure, aveva predetto, ci sarebbe stato mezzo milione di morti. Bloccando tutto, il professore invece prevedeva un danno "limitato" a ventimila vittime. Ora però i conti non tornano, perché i decessi sono più del doppio. E probabilmente Ferguson sta cercando di trovare capri espiatori necessariamente fuori dai confini nazionali per una situazione che ha messo sotto pressione il sistema sanitario e fatto perdere troppe vite.

4.481 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views