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Costretta a dormire in piedi e mangiare foto di defunti: l’aguzzino di Charlotte torna in carcere

Craig Thomas, 38enne di Cardiff, era finito in carcere nel 2013 con l’accusa di terribili abusi domestici nei confronti della ex fidanzata Charlotte Rooks. Libero dalla scorsa estate, a gennaio è stato nuovamente arrestato. Un giudice aveva parlato di quelle di Thomas come delle “peggiori violenze mai viste in carriera”.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo ritenuto responsabile di terribili violenze nei confronti della sua ex compagna, tali da essere definite dal giudice che aveva seguito il suo caso “le peggiori mai incontrate in carriera”, torna in carcere sei mesi dopo che era stato liberato. Si tratta di Craig Thomas, trentottenne di Cardiff, che era finito in carcere nel 2013 dopo aver sottoposto la sua ex fidanzata Charlotte Rooks a una terribile serie di abusi, dalle violenze con un martello, con un aspirapolvere, ai pugni nello stomaco quando era incinta. L’uomo, che era uscito dal carcere la scorsa estate dopo aver trascorso cinque anni in prigione, come si legge sui media britannici è stato nuovamente arrestato il 26 gennaio. Non è noto il motivo per il quale Thomas sia tornato dietro le sbarre, motivo che la sua vittima di violenze spera possa essere reso pubblico.

"Quando la mia madre adottiva morì mi costrinse a mangiare la sua foto" – Thomas ha torturato Charlotte Rooks, che di fatto era prigioniera nell'appartamento dell'uomo nella capitale del Galles, in ogni modo: l'ha picchiata con un martello, con un pezzo di aspirapolvere, l'ha costretta a dormire nuda e in piedi, addirittura le ha fatto mangiare le foto dei suoi cari defunti. Nel corso degli anni Charlotte, che soffre ancora di disturbo post traumatico da stress, ha dovuto subire diversi interventi e ha raccontato il suo dramma dopo l’arresto dell’ex: “Volevo solo morire, una notte gli ho chiesto di finirmi”, ha raccontato all’epoca dei fatti descrivendo le sevizie subite. “Mi costringeva a stare in piedi, mi diceva che mi avrebbe lanciato oggetti addosso se mi fossi addormentata. Quando la mia madre adottiva morì mi costrinse a mangiare la sua foto. Fu terribile”, così ancora Charlotte ricordando anche le botte che prendeva mentre lui guidava: “Ero contenta lo facesse in auto, speravo che qualcuno ci vedesse”.

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