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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Cosa sappiamo sulle ragazze avvelenate nelle scuole in Iran e chi sono le 100 persone arrestate

In Iran migliaia di studentesse sono stata avvelenate in classe con gas non ben identificato. Secondo numeri non ufficiali, almeno 400 sarebbero state ricoverate e una sarebbe morta. Il governo ufficiale ha arrestato 100 persone appartenenti a “gruppi ostili”, ma gli attivisti sono sicuri che si tratta di una vendetta degli estremisti per le proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Twitter.
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Sono oltre cinquemila le studentesse iraniane che hanno riferito di aver sentito puzza di gas in classe dalla fine di novembre 2022 a oggi, mentre molte di loro sono state ricoverate in ospedale con sintomi di intorpidimento, nausea e problemi respiratori.

È quanto ha riferito nei giorni scorsi la Ong Iran Human Rights, mentre il Governo di Teheran ha annunciato l'arresto di 100 persone in relazione alla vicenda che ha attirato anche l'attenzione dell'Onu, pronta a intervenire.

Quante ragazze sono state avvelenate: i numeri non ufficiali

A causa del blocco da parte del governo iraniano di rapporti indipendenti e trasparenti nel paese, l'Organizzazione ha però avvertito che il numero effettivo delle giovani colpite potrebbe essere molto più alto. Il 24 febbraio la politica Jamileh Kadivar ha stimato che finora almeno 400 ragazze sono state ricoverate in ospedale a seguito degli attacchi e una addirittura sarebbe morta. Si tratterebbe dell'11enne Fatemeh Rezaei secondo The Center for Human Rights.

Solo il 7 marzo, quando in tutto il Paese si sono svolte proteste da parte di insegnanti e genitori, centinaia di studentesse sono state ricoverate in ospedale dopo aver inalato fumi nocivi nelle scuole elementari e superiori femminili in città tra cui Teheran, Mashhad, Isfahan, Shiraz, Sanandaj, Marivan, Khorramabad, Mahshahr, Abdanan, Nooraband Mamasani, Bushehr, Jolfa, Hamadan, Takestan, Shirvan, Bojnourd, Kashmar, Saqqez, Harsin, Aligoodarz, Ardabil, Rasht, Lahijan, Babol Kermanshah, Dalaho, Karaj, Ahvaz, Izeh e Samirom. Sono state prese di mira anche due scuole maschili.

Come sono state avvelenate le studentesse in Iran

I primi casi di avvelenamento in Iran sono emersi alla fine dello scorso novembre nella città di Qom. Secondo alcuni, si tratterebbe di una risposta alle proteste guidate da donne e ragazze che hanno sconvolto il paese dalla morte di Mahsa Amini a settembre, mentre era in custodia della polizia morale per aver indossato in modo scorretto il velo islamico obbligatorio.

A causa dei severi limiti alla libertà di stampa in Iran, le notizie che arrivano da Teheran non sono complete ma è possibile mettere insieme alcuni dettagli. "Gli attacchi non sono affatto sofisticati", ha detto Deepa Parent, giornalista per i diritti umani che ha seguito la vicenda per il quotidiano inglese The Guardian. "Un medico mi ha detto che in base ai sintomi che stanno vedendo, è probabile che sia stato utilizzato un debole agente organofosfato, ampiamente usato in agricoltura come pesticida".

Perché sono state prese di mira le studentesse

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Sempre Parent ha spiegato che "dopo la morte di Mahsa Amini, sono stati soprattutto gli studenti universitari i primi a scendere in strada. Ma subito dopo, ci sono state segnalazioni di tre ragazze adolescenti che sono morte per colpi alla testa: Setareh Tajik, Sarina Esmailzadeh e Nika Shahkarami, che hanno cambiato completamente la situazione. Ho iniziato a vedere foto di ragazze adolescenti che mostravano il dito medio alle forze dell'ordine, bruciando la foto dell'Ayatollah Khamenei – e hanno iniziato a farlo nelle aule. E poi queste ragazze hanno iniziato a frequentare le lezioni e ad unirsi alle proteste nelle strade".

Dunque, questi attacchi sarebbero una sorta di vendetta da parte degli estremisti nei confronti di queste ragazze e delle loro famiglie. "Nessuno crede che sia una coincidenza", ha concluso Parent. Ma la posizione ufficiale del Governo è un'altra.

Chi sono le 100 persone arrestate e perché

Il ministero degli Interni di Teheran ha infatti annunciato l'11 marzo di avere arrestato oltre 100 persone in tutto il Paese per l'avvelenamento di migliaia di studentesse avvenuto in circostanze non chiare, accusando i presunti autori non identificati di avere legami con gruppi "ostili".

"Alcune di queste persone – afferma una dichiarazione del ministero dell'Interno diffusa dall'agenzia Irna – miravano a far chiudere le scuole usando sostanze maleodoranti e innocue. Altri sono veri e propri criminali, che avevano un obiettivo ostile: chiudere le scuole e diffondere il pessimismo contro il sistema, creando paura tra il personale e gli studenti".

Il ministero ha detto che le indagini stanno andando avanti e che si sta cercando di capire se le persone arrestate siano legate a qualche gruppo terroristico.

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