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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Iran, non indossa il velo: la polizia la picchia e la trascina fuori dalla metro, 16enne in coma

La 16enne curda Armita Garavand è in coma dopo essere stata aggredita dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo. Noury (Amnesty Italia) a Fanpage.it: “Come sappiamo bene, non sarebbe la prima volta”.
A cura di Ida Artiaco
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Non indossava correttamente l'hijab, così la polizia morale l'avrebbe picchiata, trascinata fuori dalla metropolitana e ridotta in fin di vita. In Iran le Ong gridano ad un nuovo caso Mahsa Amini: anche questa volta la vittima è una ragazza curda. Si chiama Armita Garawand ed ha solo 16 anni.

Stava andando a scuola quando è stata aggredita e arrestata da una pattuglia di agenti della stazione metropolitana di Shohada a Teheran perché non indossava il velo islamico obbligatorio. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della stazione: il video, diventato virale, mostra la ragazza lo scorso 1 ottobre mentre viene portata giù da un treno da alcune donne in chador nero e deposta sul binario, dove rimane immobile, apparentemente priva di sensi.

L'adolescente è poi finita in ospedale dove è tutt'ora in coma e presidiata dalla polizia che allontana perfino i suoi genitori.

I media statali – che secondo la ong hanno pubblicato il filmato modificato – hanno riferito che la giovane è invece svenuta dopo un calo di pressione che l'avrebbe fatta sbattere contro il lato del vagone del treno. L'agenzia di stampa ufficiale Fars ha pubblicato anche un'intervista ai genitori della ragazza in cui affermano che non è stata aggredita ma parlano di un incidente.

"Un anno dopo l’uccisione di Mahsa Jina Amini detenuta dallo stato iraniano in seguito al suo arresto per aver indossato male l'hijab, e dopo centinaia di omicidi per strada da parte delle forze di sicurezza statali durante le proteste che ne sono seguite, un’altra giovane donna è in condizioni critiche e un’altra famiglia in Iran si trova nella stessa situazione straziante", ha affermato Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani in Iran (CHRI).

Dura la condanna anche di Amnesty Italia. Il portavoce Riccardo Noury ha commentato così a Fanpage.it la vicenda: "Anche se non ci sono immagini di quanto accaduto all'interno della metropolitana, tutto lascia pensare che Armita Garawand sia stata picchiata da funzionari dello stato iraniano perché non portava il velo. Come sappiamo bene, non sarebbe la prima volta. Anche la dichiarazione della madre, costretta a riferire la versione ufficiale, ha dei precedenti. Certo, pare inverosimile che Armita Garawand abbia riportato lesioni così gravi per aver battuto contro un oggetto all'interno del vagone, dopo essere svenuta per un calo di pressione in quanto non aveva fatto colazione".

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