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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Cosa succede in Iran a un anno dalla morte di Mahsa Amini, Amnesty: “12 mesi di crudeltà e impunità”

L’intervista di Fanpage.it a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, a un anno dalla morte di Mahsa Amini: “In Iran continuano le proteste anche se in forme diverse. C’è stata violazione feroce dei diritti umani, con violenze sessuali e torture in carcere, accompagnata da una narrazione negazonista e da una impunità totale”.
Intervista a Riccardo Noury
portavoce Amnesty Italia.
A cura di Ida Artiaco
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"Questo è stato un anno di crudeltà, con una violazione feroce dei diritti umani accompagnata da una narrazione negazonista e da una impunità totale che le autorità iraniane hanno attribuito alle guardie e a tutti i soggetti che hanno fatto repressione in strada".

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, racconta così a Fanpage.it cosa è accaduto in Iran alla vigilia del primo anniversario della morte di Mahsa Amini. La 22enne è stata uccisa il 16 settembre 2022 perché secondo la pattuglia di guida della Repubblica islamica dell'Iran, una squadra speciale di polizia incaricata dell'applicazione pubblica delle norme islamiche, chiamata "polizia morale", che l'aveva arrestata a Teheran, indossava male l'hijab. Un evento che ha segnato la storia del Paese, dove da allora non si placano le proteste di piazza, nonostante la crudele repressione messa in atto dal regime degli ayatollah.

Cosa è successo durante quest'anno in Iran?

"Prima di tutto, vorrei dire che la speranza è che questo anniversario riporti l'attenzione su quanto sta accadendo in Iran, perché dopo le prime settimane di solidarietà, con tanto di tagli di ciocche e di altre iniziative, sulle rivolte si è spenta la luce nel mondo. E mai come in questi giorni avrebbero bisogno di nuova attenzione, perché le proteste continuano, anche se in forme diverse, più come gesti di disubbidienza civile piuttosto che con manifestazioni di massa organizzate e promosse per tempo, perché le repressioni sono state furibonde.

Ci sono stati oltre 530 manifestanti uccisi, molti dei quali minorenni, 7 di loro sono stati impiccati e altri rischiano l'esecuzione. In 20mila sono stati arrestati, tantissime persone sono state condannate a pene detentive per reati di opinione, cioè per aver partecipato a manifestazioni pacifiche. E nelle ultimissime settimane abbiamo assistito ad una serie di misure preventive, tra cui l'obbligo a cui sono stati sottoposti migliaia di studenti a firmare pezzi di carta in cui c'è scritto che non scenderanno in strada in questi giorni, intimidazioni continue alle famiglie delle vittime affinché non facciano commemorazioni su tombe, che spesso sono state già distrutte e danneggiate".

Studentesse che protestano in Iran
Studentesse che protestano in Iran

Come definiresti quest'anno che è passato dalla morte di Mahsa Amini?

"Questo è stato sostanzialmente un anno di diniego da parte della autorità iraniane di qualunque responsabilità. Hanno negato che ci siano stati i morti, parlando di suicidi, incidenti stradali, avvelenamento da cibo, morsi di cani. Hanno usato un linguaggio ingiurioso nei confronti dei manifestanti, parlando di teppisti e agenti di p\otenze straniere. Hanno proseguito un'opera oppressiva sulle donne, non solo continuando a mandare in giro la polizia morale ma anche adottando una serie di misure, come la confisca dei beni, il congelamento dei conti bancari, e i licenziamenti solo perché non indossavano il velo.

È stato un anno di crudeltà, con una violazione feroce dei diritti umani accompagnata da questa narrazione negazionista e da una impunità totale che le autorità iraniane hanno attribuito alle guardie e a tutti i soggetti che hanno fatto repressione in strada. A ciò si aggiungano le torture in carcere, le violenze sessuali, insomma un campionario degli orrori. Non c'è una violazione dei diritti umani intesa come violazione de diritti internazionali che non sia stata fatta in questi 12 mesi".

Le donne protestano in Iran
Le donne protestano in Iran

La comunità internazionale è stata a guardare? Cosa ha fatto?

"C'è chi sostiene di istituire un tribunale internazionale ad hoc, ma i tempi sarebbero lunghi e non si sa con quale efficacia. Tuttavia, gli stati possono esercitare un principio, che è quella della giurisdizione universale, cioè possono celebrare processi per fatti non avvenuti nei loro paesi e in cui gli imputati non sono dei loro paesi. È stato già fatto da Francia e Germania, ad esempio, nei confronti di criminali dello stato siriano o anche dello stato islamico.

L'unico modo per spezzare l'impunità è questo: far funzionare i sistemi di giustizia internazionali già esistenti. Sono 44 anni che le autorità iraniane usano qualsiasi mezzo per aggrappasi al potere e si auto-concedono l'impunità, è questo il circolo che va spezzato. È per questo che anche in Italia tra domani e il 16 settembre si svolgeranno una serie di manifestazioni a cui anche Amnesty sarà presente".

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