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Guerra in Ucraina

Cosa sappiamo della donna incinta morta insieme al bambino dopo essere stata fotografata a Mariupol

Il racconto del medico che ha soccorso la ragazza incinta morta con il suo bambino dopo l’attacco all’ospedale di Mariupol: “Il suo bacino era schiacciato e l’anca staccata. Abbiamo effettuato un taglio cesareo d’urgenza ma il piccolo non dava segni di vita”.
A cura di Ida Artiaco
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"Abbiamo fatto un taglio cesareo d'urgenza ma per il bambino non c'è stato nulla da fare. Poi siamo passati a rianimare la madre, ci abbiamo provato per 30 minuti". È morta così la ragazza incinta, insieme al piccolo, fotografata su una barella mentre veniva allontanata dopo che i bombardamenti hanno colpito l'ospedale di Mariupol, in Ucraina, dove era ricoverata in attesa di partorire. L'immagine di lei, con il pancione, mentre veniva trasferita in un'altra struttura, diffusa dall'Associated Press, che ne ha anche confermato la notizia del decesso, ha fatto il giro del mondo. A raccontare gli ultimi momenti di vita della giovane, di cui ancora non è stato reso noto il nome, e del suo bimbo, è stato il dottor Timur Marin, che le ha prestato soccorso.

Secondo il racconto del medico all'AP, dopo che la donna è stata trasferita in un altro ospedale, più vicino al fronte, dopo l'attacco alla struttura di Mariupol, il sui "bacino era schiacciato e l'anca staccata". I suoi colleghi hanno effettuato un taglio cesareo d'urgenza per far nascere il bambino, ma non ha mostrato "nessun segno di vita", ha detto il chirurgo, sottolineando che subito dopo si sono concentrati sulla madre. "Rendendosi conto che stava perdendo il suo bambino ha gridato: Uccidetemi ora", hanno riferito coloro che si trovavano in sala operatoria. Ma anche in questo caso i loro sforzi non hanno avuto successo. "Più di 30 minuti di rianimazione della madre non hanno prodotto risultati, sono morti entrambi", ha concluso. Nel caos successivo all'attacco aereo di mercoledì, i medici hanno precisato di non aver avuto il tempo di ottenere il nome della donna prima che suo marito e suo padre venissero a portare via il corpo. "Almeno qualcuno è venuto a recuperarla – hanno detto – quindi non è finita nelle fosse comuni scavate per i sempre più numerosi morti di Mariupol".

La donna morta a Mariupol è una delle vittime della guerra in Ucraina il cui bilancio continua a salire. Secondo il Washington Post, che fa riferimento al report delle Nazioni Unite, circa 596 sono i civili morti anche se "le cifre effettive si pensa siano considerevolmente più alte", tra cui molte donne e bambini. Anche perché sarebbero arrivati a 31 gli attacchi contro le strutture sanitarie. Il che preoccupa non poco le stesse Nazioni Unite secondo cui "80.000 donne ucraine dovrebbero partorire nei prossimi tre mesi mentre l'ossigeno e le forniture mediche, anche per la gestione delle complicazioni della gravidanza, si stanno esaurendo pericolosamente". Il tutto mentre entrambe le parti si accusano a vicenda circa la responsabilità dell'attacco a Mariupol della scorsa settimana: gli ucraini hanno incolpato le forze russe mentre Mosca a sua volta ha affermato attraverso i suoi portavoce che l'ospedale è stato svuotato dei pazienti e utilizzato come base per l'attività militare da Kiev, in particolare del battaglione neonazista Azov.

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