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Chi è Armita Garawand, la 16enne ridotta in coma dalla polizia in Iran perché non indossava il velo

Armita Garawand, 16 anni, è attualmente ricoverata in ospedale a Teheran e la sua stanza è sorvegliata giorno e notte dalla polizia. La ragazzina sarebbe stata picchiata e ridotta in fin di vita perché non indossava il velo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Armita Garawand, 16 anni
Armita Garawand, 16 anni

Si chiama Armita Garawand, ha 16 anni e stava andando a scuola quando una pattuglia di agenti di Teheran l'ha aggredita perché non indossava il velo islamico obbligatorio. La ragazzina è originaria di Kermanshah e la mattina del 1 ottobre è stata accerchiata e selvaggiamente picchiata da una pattuglia di agenti della stazione metropolitana di Shohada.

Un nuovo caso Mahsa Jina Amini

Il caso della 16enne ora in coma ricorda quello di Mahsa Jina Amini, la giovane morta dopo essere stata fermata e picchiata dalla polizia morale perché non portava correttamente il velo. Il tutto è avvenuto a poco più di un anno dalla morte di Amini e dalle proteste di piazza che per mesi hanno infiammato l'Iran, costringendo il governo a reprimere per un lungo periodo i poteri della polizia morale. Un provvedimento che è arrivato però solo dopo mesi di disordini e blitz nelle scuole con centinaia di arresti al giorno.

I freni alla polizia morale sono stati tolti quasi immediatamente quando la situazione è lentamente "tornata alla normalità". Il caso di Armita potrebbe essere una nuova miccia per le proteste e il malcontento popolare mai sopito.

Le telecamere di videosorveglianza della metro

A raccontare la dinamica dell'aggressione ai danni della sedicenne, un video delle telecamere di sorveglianza della metro in cui si vede la studentessa portata giù dal treno da alcune donne in chador nero per poi essere distesa sul binario, apparentemente priva di sensi. La ragazza è ora in coma e la sua stanza di ospedale è presidiata dalla polizia che allontana perfino la sua famiglia.

La notizia è stata diffusa dal gruppo per i diritti umani curdi in esilio Hengaw. Armita ha subito una grave aggressione fisica da parte degli agenti per non aver indossato il velo. Le forze dell'ordine iraniane negano la dinamica dei fatti, ma i militari iraniani hanno già circondato l'ospedale per impedire ai cittadini di radunarsi e protestare.

Le indagini della giornalista Maryam Lofti

Anche i genitori della 16enne hanno asserito in un'intervista con i media governativi di aver "visionato tutti i video delle telecamere di soerveglianza" e che il coma è stato la "conseguenza di un tragico calo di pressione sul treno". "Nostra figlia – hanno asserito – è svenuta. Non è stata aggredita, ora chiediamo a tutti di pregare per la sua guarigione".

Secondo le Ong che operano in Iran, però, l'intervista potrebbe essere stata estorta ai familiari della 16enne tenuti sotto minaccia. A tentare la ricostruzione della dinamica dei fatti, la giornalista Maryam Lofti che scrive per il quotidiano Shargh. Come per il caso di Mahsa Amini, è stata una cronista iraniana a raccogliere informazioni sul ricovero della giovane recandosi nell'ospedale in cui si trova. Le forze dell'ordine iraniane, dopo aver scoperto le sue indagini, l'hanno fermata per poi rilasciarla diverse ore dopo.

Il racconto relativo a un mancamento è stato utilizzato anche per Mahsa Amini. Le autorità iraniane sostenevano che la donna soffrisse di un disturbo neurologico che la fece collassare all'interno della stazione di polizia. Il video del centro di detenzione di Vozara a Teheran fu modificato in modo che le immagini mostrassero solo la giovane perdere i sensi.

La madre della sedicenne sarebbe stata arrestata

Shahin Ahmadi, madre di Armita Garavand, sarebbe stata arrestata dalle forze di sicurezza governative iraniane. Lo scrive Hengaw in un tweet.

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