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Case britanniche sotto attacco, gli hacker russi si impossessano delle telecamere private

L’organismo di sorveglianza Ico ha accusato un sito russo di aver messo on line centinaia di immagini live provenienti da abitazioni e uffici del Regno Unito. Scattato allarme per sicurezza e privacy.
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La cyber guerra tra l'Occidente e la Russia prosegue senza esclusioni di colpi. Secondo quanto denunciato dall'Ico (Information Commissioner’s Office, ovvero organismo di controllo privato britannico), un sito web russo avrebbe registrato decine di centinaia di filmati ripresi in diretta all'interno di uffici ed abitazioni del Regno Unito. Secondo quanto riportato dall'Ico le attività di circa 500 persone e o uffici sarebbero consultabili on line e in diretta in ogni momento attraverso l'accesso, ovviamente indebito, degli hacker russi alle telecamere di sicurezza installate negli appartamenti britannici e persino attraverso le telecamere piazzate per monitorare i neonati. L'Ico ha chiesto a tutti i cittadini del Regno di aggiornare le password utilizzando chiavi d'accesso più complicate e difficili da tracciare. Secondo i dati forniti dalle associazioni di commercianti, inoltre, solo lo scorso anno si sarebbero vendute nel territorio britannico oltre 35mila telecamere, di cui una parte potrebbe essere finita nelle rete di ‘spionaggio' ordita dai cyber criminali russi.

La denuncia dell'osservatorio

“Il sito web in cui sono state mostrate le immagini – ha affermato Simon Rice, responsabile del dipartimento tecnologico dell'Ico –, ha sede legale in Russia e ha avuto accesso alle immagini attraverso le credenziali di default presenti nel sito. Credenziali che sono gratuitamente disponibili in rete e che danno l'accesso a migliaia di telecamere. Questo materiale video viene utilizzato e monitorato congiuntamente dalle società di sicurezza per garantire l'incolumità pubblica e privata dei cittadini che usufruiscono di questi servizi, ciò avviene anche attraverso l'utilizzo delle unità CCTV (ovvero Closed circuit TV, telecamere a circuito chiuso, il cui utilizzo nel Regno Unito è eccezionalmente alto, ndr). Questo sistema di controllo si è traformato in una minaccia per tutti noi ed è necessario operare le contromosse adeguate per garantire la sicurezza dei cittadini”. L'organismo di controllo britannico ha esortato coloro che utilizzano tali strumenti di protezione ad effettuare tutti i passaggi necessari per rendere quanto più possibile complicato l'accesso agli hacker, stranieri e non, alle proprie case.

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Attraverso il sito russo è possibile avere accesso alle migliaia di telecamere presenti usl territorio compiendo ricerche sia per locazione geografica sia per azienda produttrice delle camere. Secondo quanto scoperto dalla Bbc, il numero più elevato di telecamere hackerate sono quelle prodotte in Cina dalla Foscam, seguite dalle marche Linksys e Panasonic.
“Stiamo ancora provando a determinare quale tipologia di telecamere sia stata oggetto dell'attacco da parte degli hacker – ha affermato alla televisione inglese uno dei portavoce della Linksys –. Riteniamo, al momento, che le strumentazioni oggetto dell'attacco di queste ore appartengano ad una tipologia vecchia e superata, soprattutto in termini di sicurezza e per questo non più in vendita. Per queste unità specifiche non abbiamo modo di imporre ai nostri clienti di cambiare le loro password di default. Ciò che facciamo e continueremo a fare è quello di suggerire ai nostri clienti di cambiare frequentemente le parole d'accesso al fine di proteggere la loro privacy dagli sguardi indiscreti”. Intanto, stesso poche ore fa, Christopher Graham – Commissario britannico alla Sicurezza –, ha reso noto che lavorerà di concerto con le autorità russe al fine di individuare i siti che hanno diffuso le immagini private dei cittadini di Sua Maestà.

Il suggerimento dell'esperto

“La possibilità ad avere accesso alle immagini in remoto è allo stesso tempo il punto di forza di queste telecamere e la maggiore preoccupazione per i clienti viste le possibili violazioni della privacy in cui si potrebbe cadere – ha concluso Rice –. Se questi strumenti di controllo non sono settati in modo corretto, questi strumenti possono diventare le minacce più evidenti alla nostra intimità e quindi alla nostra sicurezza. Banalmente ricordo a coloro che usufruiscono di questi servizi che se è possibile, per loro, avere accesso alle immagini attraverso internet e magari attraverso uno smartphone, anche altre persone possono avere la stessa opportunità. E non sarà certo solo una password più complicata a bloccare gli hacker più abili”.

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