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Attentato Mosca, il generale Battisti: “Attentatori non sparavano a raffica, avevano formazione militare”

L’attentato al Crocus City Hall di Mosca ha causato oltre 130 morti e 180 feriti. Una strage rivendicata dall’Isis e che ha sconvolto la Russia. Abbiamo analizzato il modus operandi degli attentatori col generale Giorgio Battisti, analista militare ed ex comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia.
Intervista a Generale Giorgio Battisti
Ex comandante del Corpo d'Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia
A cura di Antonio Palma
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“La cosa da notare nell’attentato al Crocus City Hall di Mosca è che gli attentatori sparavano a colpi singoli pur avendo un’arma automatica. Questo sta a significare che sono sicuramente individui con una formazione militare”: lo ha spiegato a Fanpage.it il generale Giorgio Battisti, analista militare ed ex comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia. Con l’esperto abbiamo analizzato il sanguinoso attacco al teatro di Mosca, rivendicato dall'Isis-k, che venerdì sera ha fatto una strage con oltre 130 morti e 180 feriti.

Generale, cosa si può evincere dal modus operandi degli attentatori del Crocus City Hall di Mosca?

Appena ho avuto le prime notizie di questo terribile attentato a Mosca e dai primi filmati, ho subito pensato a un attentato di matrice islamista perché molto simile agli attentati al Bataclan di Parigi, a quello in una discoteca a Istanbul nel 2016 e a un attacco a un ristorante della zona verde a Kabul nel 2014 che ho vissuto personalmente mentre ero in Afghanistan. Sostanzialmente la tecnica è sempre la stessa: un gruppo di armati entra, chiude le porte per evitare che le persone escano e si mette a fare il tiro a segno. Dalle immagini che sono circolate, la cosa da notare è che sparano a colpi singoli pur avendo un’arma automatica, non sparano a raffica con sventagliate ma sparano a colpi singoli, magari due colpi sulla stessa persona. Questo sta a significare che sono sicuramente individui con una formazione militare che risparmiano colpi per poter ammazzare più persone possibili.

Come è possibile che in un paese in guerra, quindi controllato, qualcuno possa aver organizzato un attentato di questa portata?

Un’altra cosa che colpisce in effetti è il fatto che si siano potuti muovere così liberamente fino a questo teatro nel centro di Mosca, nonostante nelle settimane precedenti le forze di sicurezza russe avessero sventato alcuni attentati in altre zone russe contro sinagoghe e altri locali pubblici condotti da estremisti islamici. Probabilmente questo è dovuto anche alla vastità della Russia e alla numerosa comunità islamica che vive in quel territorio. Sicuramente quindi avranno trovato appoggio da parte di qualcuno in queste comunità. Io non penso che siano andati a passeggio per Mosca armati ma probabilmente avranno preso le armi in qualche posto concordato in precedenza con qualche loro appoggio. Qualcuno che gli ha fatto trovare armi, munizionamento e altro materiale per dare fuoco al teatro.

Sicuramente è stata una operazione studiata bene e coordinata bene come è capitato col Bataclan e come nel Bosforo e lì a Kabul. Ovviamente sono stati beccati verso il confine ma questi non sono attentatori suicidi che mirano a farsi esplodere ma pensano a scappare dopo l'attacco come capitato nei tre precedenti attentati che ho menzionato prima. Testimoni hanno riferito che per entrare nel teatro bisogna comunque passare da tornelli, questo potrebbe anche voler dire che qualcuno aveva già nascosto all’interno le armi.

Generale Giorgio Battisti
Generale Giorgio Battisti

Si parla anche di un arruolamento degli attentatori dietro compenso economico di 5mila dollari

Se è vero quello che le autorità russe riportano e cioè che sono stati pagati l’equivalente di 5mila dollari per commettere questo massacro, è una conferma che hanno avuto l’appoggio di qualche basista sul posto per un’azione coordinata. Non dobbiamo fare l’errore di pensare che questi terroristi islamici lo facciano solo per una ideologia, vengono anche pagati. Sarebbe interessante sapere chi sono i mandanti. In questo momento ci sono tre versioni: quella del presidente Putin che si ostina a dire che c’entrano i servizi ucraini; quella di Zelensky che afferma che Kiev non c’entra e che è tutta opera degli stessi servizi segreti di Mosca per incolpare gli ucraini e la terza versione, che forse è più verosimile, che sia stato un attacco solo organizzato dall’Isis-K.

Quali potrebbero essere le conseguenze dirette sulla guerra in Ucraina viste le posizioni del Cremlino e di Putin sull’attentato?

Ci potrebbero essere conseguenze dirette solo se Putin continuerà a sostenere la tesi dei mandanti ucraini. In questo caso potrebbe esserci una pesante reazione ma a freddo e cioè studiata per vedere cosa colpire. Putin sostanzialmente non può accettare che, pochi giorni le elezioni in cui ha ottenuto una riconferma schiacciante, il sistema di sicurezza russo si sia rivelato non adatto a garantire la vita dei propri cittadini. Uno smacco per Putin che ha basato il suo racconto sulla garanzia di sicurezza per i cittadini russi.

Gli Usa avrebbero avvertito Mosca di un possibile attacco ma il Cremlino nega

Io ci credo e le notizie di un possibile attacco sono passate anche sul sito dell’ambasciata Usa. Inoltre gli Usa e i russi in questi due anni di guerra in Ucraina si sono sempre parlati dal punto di vista militare e di intelligence per evitare eventuali incidenti non voluti che potessero avere interpretazione errate e possibili conseguenze. Poi bisogna capire se effettivamente i russi hanno preso sul serio questi avvertimenti o se i warning siano stati troppo generici da poter essere contestualizzati. Bisogna ricordare però che nelle settimane precedenti gli apparati di sicurezza russi avevano effettivamente sventato altri possibili attentati. Questo lascia qualche dubbio sull’efficienza dei servizi russi nel prevenire questi attacchi terroristici.

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