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Assalto Congresso Usa, polemica sulla Guardia Nazionale: solo 350 agenti schierati

Per la giornata del 6 gennaio 2020, teatro dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti d’America, erano stati schierati soltanto 350 agenti a difesa del Campidoglio. L’Fbi sapeva dell’alto rischio di proteste, ma il Pentagono aveva deciso di schierare poche centinaia di agenti per controlli principalmente di routine.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il capo della Polizia dimissionario del Campidoglio USA, Steven Sund, parla per la prima volta dopo l'assalto delle folle pro-Trump avvenuto lo scorso mercoledì. Accusa i funzionari della sicurezza della Camera e del Senato di aver ostacolato innumerevoli sforzi difensivi prima e durante l'attacco rivoltoso al Campidoglio per far intervenire la Guardia Nazionale. Al Washington Post, Sund ha spiegato di aver chiesto già nei giorni precedenti l'appuntamento al Congresso per la certificazione dei voti elettorali l'autorizzazione a richiedere la presenza della Guardia Nazionale in stato di pre-allerta. La richiesta sarebbe però stata respinta. Il sergente d'armi della Camera Paul Irvig avrebbe detto di non essere convinto della necessità di allertare le forze dell'ordine prima di una protesta, mentre il sergente d'armi del Senato Michael Stenger ha raccomandato a Sund di chiedere informalmente alla Guardia Nazionale di tenersi comunque pronta all'intervento. "Sapevamo che sarebbe stata una protesta importante – ha spiegato Sund -. Abbiamo esaminato i dati dell'intelligence e sapevamo che avremmo avuto grandi folle con potenziali scontri. Nulla però che ci facesse pensare che una folla potesse fare irruzione nel Campidoglio.

Soltanto 350 uomini

Capitol Hill è da sempre uno dei luoghi meglio difesi al mondo. Più volte c'è stato il rischio, durante proteste più o meno violente, che la folla assaltasse il Campidoglio ma le forze dell'ordine non lo hanno mai permesso. Ecco perché quanto accaduto il 6 gennaio è imputabile soprattutto alle forze politiche e di gestione della sicurezza che hanno permesso che ciò potesse avvenire. La polizia ha provato a difendersi sventolando le previsioni di tafferugli minori tra destra e sinistra scoppiati anche in occasione di proteste simili avvenute a novembre dopo la sconfitta di Trump.

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Da mesi però era noto che l'ala più radicale della destra pro-Trump sarebbe scesa in piazza a Washington. Lo sapeva l'Fbi e anche la polizia di Washington. Con le proteste del Black Lives Matter in seguito all'uccisione di Geroge Floyd da parte di un poliziotto bianco, la Guardia Nazionale era dispiegata in assetto di guerra. Sono stati usati i lacrimogeni per disperdere la folla pacifica nei pressi della Casa Bianca. I nuovi funzionari del Pentagono avevano deciso questa volta, in ossequio alle direttive del presidente Trump, di schierare a Washington 350 soldati della National Guard per aiutare la polizia soprattutto nel controllo del traffico. Sulla gradinata bianca, non vi erano militari. Solo quando l'assalto era ormai stato compiuto, sono arrivati altri 1.100 soldati.

L'inchiesta

La procura della Capitale degli Usa ha deciso di aprire un'inchiesta federale sulla morte dell'agente della polizia di Capital Hill che era rimasto ferito negli scontri avvenuti durante l'assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Donald Trump. Brian Sicknick era rimasto ferito mentre affrontava i rivoltosi. Tornato in caserma, è svenuto ed è stato portato in ospedale. Il presidente Joe Biden ha espresso le sue condoglianze alla famiglia. "I responsabili della sua mote pagheranno quanto accaduto" ha dichiarato durante il suo discorso sui fatti del 6 gennaio.

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