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Asra e Amaal morte a Sydney, si ipotizza vendetta della famiglia: “Erano fuggite dall’Arabia Saudita”

Le due sorelle saudite Asra e Amaal sono state trovate morte in casa nel mese di giugno. Le forze dell’ordine ipotizzano un omicidio commissionato dai familiari delle due, rimasti in Arabia Saudita. “Erano fuggite perché perseguitate”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si ipotizza un omicidio commissionato da parte della famiglia. Questa ricostruzione è ancora tutta da confermare, ma è su questa pista che si starebbero concentrando le forze dell'ordine. Asra Abdullah e Amaal Abdullah Alsehlisono state trovate morte nella loro abitazione di Sydney il 7 giugno, in Australia. Le due sorelle di 24 e 23 anni erano arrivate in Australia nel 2017 chiedendo asilo al governo. Le due erano fuggite in quanto perseguitate per il loro orientamento sessuale e credo religioso.

Secondo quanto confermato, le forze dell'ordine non hanno rintracciato segni di effrazione nell'appartamento. I due corpi erano riversi sul pavimento della camera da letto in avanzato stato di decomposizione. Attualmente sono oggetto di verifiche da parte del medico legale.

Solo qualche mese fa  le sorelle avevano chiesto alle autorità di controllare i filmati delle telecamere di sicurezza nei pressi dell'abitazione di Sydney. Le ragazze infatti temevano che qualcuno le stesse spiando già da qualche mese.

Gli agenti hanno dato seguito alla richiesta ma non hanno notato movimenti sospetti nei pressi dell'appartamento. In quell'occasione, le vittime avrebbero riferito alle forze dell'ordine che temevano una vendetta dei genitori. 

Il caso ha suscitato grande interesse in Australia: le autorità stanno cercando di capire se si sia trattato di un suicidio o di un avvelenamento.

Dopo il delitto, diversi testimoni si sono fatti avanti raccontando ai media locali di aver visto un uomo sconosciuto nei pressi dell'appartamento di Asra e Amaal il giorno dell'omicidio.

Secondo altri rifugiati sauditi, l'Australia non ha fornito la protezione dovuta alle due sorelle. "Una era atea, l'altra era omosessuale – ha spiegato Saffaa, un'attivista e artista fuggita dall'Arabia Saudita – ed entrambe le cose sono illegali nel nostro Paese. Sydney non ha preso seriamente la minaccia".

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