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Arrestato per il furto dei gioielli della corona francese, 39enne si difende: “Non sapevo fosse il Louvre”

“Non sapevo fosse il Louvre”. Così si sarebbe difeso Abdoulaye N., uno dei ladri arrestati per il clamoroso furto dei gioielli della corona di Francia, come riportano i media esteri. Lui e il presunto complice, il 34enne Ayed G., avrebbero spiegato di aver agito su ordine di “un committente straniero”. Il bottino, stimato in 88 milioni di euro, non è ancora stato ritrovato.
A cura di Eleonora Panseri
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"Non sapevo fosse il Louvre". Così si sarebbe difeso Abdoulaye N., uno dei ladri arrestati per il clamoroso furto dei gioielli della corona di Francia. Lo riportano i media esteri.

Il giovane, celebrità dei social, conosciuto online per le sue acrobazie in motocross, è attualmente in carcere con le accuse di "furto in banda organizzata" e "associazione a delinquere".

Ha confessato di aver partecipato al colpo messo a segno lo scorso 19 ottobre nella Galerie d'Apollon, da cui sono stati trafugati gioielli preziosissimi, un bottino stimato in 88 milioni di euro che non è ancora stato ritrovato.

Secondo quanto riferisce il quotidiano francese Le Parisien, il 39enne di Aubervilliers, originario del Mali, che ha alle spalle quindici precedenti penali per reati minori, avrebbe agito su ordine di "un committente straniero", versione confermata anche dall'altro giovane arrestato, Ayed G., 34enne di origini algerine.

Abdoulaye e Ayed sono state le prime due persone a essere fermate nell’ambito dell'indagine per il furto al Louvre la sera di sabato 25 ottobre. Il primo a Aubervilliers, il secondo all’aeroporto di Roissy-Charles De Gaulle mentre stava tentando di prendere l’ultimo volo per Algeri.

Le loro dichiarazioni agli inquirenti, definite "sconcertanti", hanno tratti paradossali. Il 39enne avrebbe affermato di non sapere di star colpendo il Louvre, convinto che il museo si trovasse solamente sotto la Piramide e che la domenica fosse chiuso.

Gli investigatori ritengono che entrambi siano semplici esecutori di un piano più vasto, forse orchestrato da una rete criminale internazionale. Abdoulaye N., che in passato aveva lavorato anche come agente di sicurezza in musei parigini, è sotto processo anche a Bobigny per un’altra vicenda di danneggiamenti avvenuta in un commissariato nel 2019.

I ladri si sono introdotti nel Louvre con un montacarichi passando da una finestra della Galleria e, dopo aver forzato due teche blindate, sono fuggiti con nove preziosi manufatti, tra cui gioielli appartenuti alle regine Maria Amalia e Ortensia di Beauharnais.

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