Ambientaliste gettano vernice rossa su quadro di Monet a Stoccolma: “Crisi climatica è anche sanitaria”

Continuano le proteste degli ambientalisti nei musei. Questa volta, due attiviste hanno imbrattato di vernice rossa il vetro che protegge un quadro di Claude Monet, intitolato "Il giardino dell'artista a Giverny", in un museo di Stoccolma, in Svezia.
Le due, una infermiera e una studentessa di scienze infermieristiche, hanno poi appoggiato sopra le mani per lasciare la loro impronta.
Il blitz è stato messo in atto al Museo nazionale della capitale svedese, come ha reso noto la polizia locale. "Le donne, di età compresa tra 25 e 30 anni, sono state arrestate", con l'accusa di vandalismo aggravato, hanno detto le forze dell'ordine. L'organizzazione Aterstall Vatmarker (Restore the Wetlands) ha rivendicato l'azione, pubblicandone online i video.

"Vogliamo attirare l'attenzione sul fatto che la crisi climatica è anche una crisi sanitaria e che le malattie legate al caldo stanno diventando un problema sempre più grave", ha dichiarato ad una tv locale Roxy Farhat, portavoce del movimento. "Capisco che la gente sia sconvolta, ma non che ai politici non venga chiesto: ‘Perché state deliberatamente perseguendo una politica che porterà a più morti, alla mancanza di acqua potabile e a raccolti più scarsi?'".
Il museo è rimasto aperto, ad eccezione della sala in cui si trova l'opera. "Prendiamo naturalmente le distanze da azioni in cui l'arte rischia di essere danneggiata. Il patrimonio culturale ha un grande valore simbolico ed è inaccettabile attaccarlo o distruggerlo, indipendentemente dallo scopo", ha dichiarato Per Hedström, vicedirettore del museo.
Non è la prima volta che si verificano episodi del genere. Si ricordi quando lo scorso 14 ottobre due attiviste ecologiste di “Just stop oil” hanno rovesciato della zuppa di pomodoro contro il noto quadro di Van Gogh alla National Gallery di Londra imbrattando l’opera, anche in quel caso protetta da un vetro.
A dicembre una protesta simile è stata fatta anche a Bologna dove gli attivisti di Ultima Generazione hanno fatto irruzione nella Pinacoteca di Bologna versandosi del finto sangue addosso e scrivendo su una parete i nomi dei bambini morti nella frana di Ischia.