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Accordo Brexit, Scozia pronta a un nuovo referendum per l’indipendenza: “Vogliamo restare in Ue”

La prima ministra della Scozia, Nicola Surgeon ha commentato l’esito dei negoziati tra Ue e Gran Bretagna, che hanno portato a un accordo commerciale per il post Brexit: “Non c’è accordo che possa mai compensare quello che la Brexit ci porta via. È tempo di progettare il nostro futuro come una nazione indipendente europea”.
A cura di Annalisa Cangemi
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i nazionalisti scozzesi propongono un referendum per la indipendenza

Per la Scozia è giunto il momento di diventare "una nazione europea ed indipendente": lo ha dichiarato la prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, dopo l'accordo sulle relazioni post-Brexit fra Gran Bretagna e Unione Europea raggiunto oggi. Sturgeon di fatto annuncia un nuovo referendum, dopo quello di sei anni fa, quando con una prevalenza del 55% a prevalere fu l'opzione contraria all'indipendenza. Secondo però gli ultimi sondaggi circa il 62% degli scozzesi sarebbe ora favorevole al distacco da Londra.

Sturgeon ha voluto rilanciare un tema che sarà centrale per le prossime elezioni che si terranno a maggio per il rinnovo del Parlamento scozzese. Boris Johnson ha già chiuso a questa possibilità, ritenendo già esaustiva la consultazione referendaria del 2014. La premier scozzese, Nicola Sturgeon, ha ricordato però che la Brexit è avvenuta contro la volontà della Scozia, visto che qui al referendum prevalsero i voti per il ‘Remain', e ha dichiarato che alla sua nazione non rimane altro che chiedere un terzo referendum per l'indipendenza. "Prima che inizi la giostra, vale la pena ricordare che la Brexit sta avvenendo contro la volontà della Scozia", scrive Sturgeon, "e non c'è accordo che possa mai compensare quello che la Brexit ci porta via. È tempo di progettare il nostro futuro come una nazione indipendente europea", ha aggiunto Sturgeon.

La premier scozzese ha poi commentato la decisione del premier britannico Boris Johnson di sospendere per il Regno Unito il programma Erasmus perché considerato troppo oneroso: "Ci sarà molta attenzione – giustamente – sui costi economici della Brexit. Ma porre fine alla partecipazione del Regno Unito all'Erasmus – un'iniziativa che ha ampliato le opportunità e gli orizzonti per così tanti giovani – è' vandalismo culturale da parte del governo britannico", ha aggiunto la premier scozzese. Johnson ha fatto sapere che verrà messo a punto un nuovo programma ad hoc che consentirà agli studenti britannici "di andare a studiare in tutto il mondo e non solo nelle università europee".

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