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Covid 19

A New York si scavano fosse comuni per i morti di Covid: seppellite già decine di bare in un’isola

Le immagini riprese da un drone di decine di lavoratori che scavano ad Hart Island, la storica isola-cimitero di New York dove vengono seppelliti generalmente i cadaveri di coloro che non possono permettersi un funerale, una fossa comune per ospitare anche le vittime del Coronavirus. La Grande Mela è diventata uno dei principali focolai mondiali della pandemia e il sistema funerario è quasi al collasso.
A cura di Ida Artiaco
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Screen da Youtube.
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Se ne parlava da giorni, ma nelle ultime ore hanno fatto il giro del mondo le primissime immagini della fossa comune che dovrebbe ospitare anche i corpi dei morti per Covid-19 a New York City, ormai tra i più grandi focolai globali dell'infezione. Giorni bui, questi, per la Grande Mela, la città che non dorme mai ma che è stata fermata dalla furia del nuovo virus e dove i casi confermati hanno raggiunto quota 161.807, più di tutta l'Italia dall'inizio dell'emergenza, e i decessi sono 7.067. Il luogo scelto per la creazione di questo grande obitorio a cielo aperto non poteva che essere Hart Island, la storica isola-cimitero della città, una striscia di terreno lunga più o meno un chilometro nel cuore del Bronx, dove generalmente vengono sepolti coloro che non possono permettersi un funerale, i poveri o chi non ha una famiglia. Prima ancora, alla fine dell'Ottocento, fu campo di addestramento dell'Unione, poi sede di un campo di prigionia della guerra civile, di un manicomio, di un sanatorio per malati di tubercolosi e di un carcere.

Insomma, un luogo nefasto da più di 150 anni, che già ieri, giovedì 9 aprile, come riportano i media a stelle e strisce, ha cominciato ad ospitare i cadaveri delle vittime di Covid-19 e non solo. Le immagini, riprese dall'alto con un drone, dove si vedono decine di persone in tuta protettiva scavare nel terreno e riporre le bare in legno una sull'altra, hanno fatto il giro della stampa internazionale. In genere questo lavoro viene svolto dai detenuti di Rikers Island, il più grande complesso carcerario della città, ma in occasione dell'emergenza sanitaria sono stati assunti lavoratori con contratto a termine. Le operazioni di sepoltura all'interno del sito, secondo dati del Department of Correction, l'ente che si occupa delle gestione delle carceri negli Stati Uniti, sono aumentate durante la pandemia da un giorno a cinque giorni alla settimana, per un totale di circa 20 sepolture ogni 24 ore. Il sindaco Bill De Blasio aveva negato fermamente che ci fossero piani per la creazione di un sito di sepoltura temporaneo, confermando solo la possibilità, eventualmente, se l’emergenza non fosse rientrata, di utilizzare Hart Island. Ma alla fine gli stessi funzionari hanno dovuto dichiarare al Daily Mail di non avere altra scelta che seppellire i pazienti deceduti per Coronavirus ad Hart Island, essendo aumentata la pressione sugli obitori, quasi al collasso. Basti pensare che anche gli ospedali sovraffollati hanno sistemato i corpi in camion frigo parcheggiati davanti alle loro porte.

In base alla nuova legge in vigore in città, l'ufficio del medico legale manterrà i corpi in deposito per massimo 14 giorni prima che questi vengano seppelliti nella "mass grave" di Hart Island.  "Per decenni, Hart Island è stata utilizzata per accogliere chi non veniva reclamato dai membri della famiglia. Continueremo a usarla in questo modo durante la crisi ed è probabile che le persone decedute per Covid-19 e che rientrano in quella categoria verranno sepolte sull'isola", sono state le parole di Freddi Goldstein, portavoce del sindaco di New York, alla Cnn. "Sono persone per le quali, per due settimane, non siamo riusciti a trovare qualcuno che dicesse ‘lo conosco, mi occuperò del funerale'. Non siamo riusciti a stabilire alcun contatto con la famiglia".

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