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Esauriti gli sgravi fiscali, nel 2016 crollano le assunzioni stabili: -37,6% rispetto al 2015

Dal rapporto diffuso stamane dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps emerge che nel corso del 2016 la situazione relativa al mercato del lavoro rimane abbastanza positiva, ma comparando il numero delle assunzioni a quello rilevato nel 2015 il crollo è evidente. “Questa riduzione va collegata al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni”.
A cura di Charlotte Matteini
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lavoro

Nel corso dell'anno 2016, l'andamento del mercato del lavoro, seppur globalmente positivo, ha registrato un forte rallentamento rispetto al 2015. A fotografare la situazione è l'ultimo rapporto diffuso dall'Osservatorio del precariato dell'Inps, nel quale emerge sostanzialmente che, una volta esaurita la spinta propulsiva degli sgravi contributivi e incentivi all'assunzione e stabilizzazione dei contratti precari, previsti dalla legge di stabilità varata dal governo Renzi a fine 2014, attraverso l'attivazione dei nuovi contratti a tempo tutele crescenti introdotti dalla Jobs Act, il mercato del lavoro ha affrontato nel corso dell'anno 2016 un violento arresto dell'andamento positivo rilevato nell'anno precedente.

Nel corso del 2016, infatti, evidenzia il rapporto dell'Osservatorio del Precariato, il saldo tra aperture e chiusure di contratti a tempo indeterminato è stato positivo per poco più di 80mila unità, con un tracollo dalle oltre 930mila rispetto ai dati dell'anno 2015. "Complessivamente le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-dicembre 2016 sono risultate 5.804.000, con una riduzione di 464.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-7,4%)", comprensive delle assunzioni stagionali (565.000). "Il rallentamento delle assunzioni ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: –763.000, pari a –37,6% rispetto al 2015. Questa riduzione va collegata al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni", si legge nel rapporto diffuso stamane.

osservatorio sul precariato 2016

"Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%). Per i contratti a tempo determinato, nel 2016, si sono registrate 3.737.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+8,0%), sia sul 2014 (+11,0%). Per i contratti in apprendistato si conferma il trend di crescita già rilevato anche negli aggiornamenti dei mesi precedenti. In particolare, rispetto al 2015, le assunzioni in apprendistato aumentano di 56.000 unità (+31,0%). I contratti stagionali registrano una riduzione del 5,6%. In relazione al 2015, le cessazioni nel complesso, comprensive anche dei rapporti di lavoro stagionale, risultano diminuite del 3,1%. La riduzione è più consistente per gli apprendisti (-11,0%) e per contratti a tempo indeterminato (-7,0%). Analizzando le cessazioni per tipologia, i licenziamenti complessivi relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari a 646.000, risultano in modesto aumento rispetto al 2015 (624.000) e in leggero calo rispetto al 2014 (671.000). Il tasso di licenziamento (calcolato rispetto all’occupazione esposta al rischio ad inizio anno) per tutto il 2016 (5,9%) risulta inferiore rispetto a quello corrispondente del 2015 (6,1%) e del 2014 (6,5%)", prosegue l'Inps.

Dall'analisi dei dati diramati dall'Osservatorio sul precariato sostanzialmente emerge comunque una situazione positiva sul fronte del mercato del lavoro in questo ultimo triennio: alla fine del 2016, rispetto all'anno precedente, si rilevano 340.000 contratti in più, nonostante il tasso di assunzione si sia dimezzato, e sommando i contratti attivati negli ultimi due anni la cifra sfiora il milione. "Il risultato complessivo del biennio 2015-2016 è pari a +968.000; nel biennio precedente 2013-2014 si erano registrati sempre saldi negativi (nel 2014 -34.000 unità, nel 2013 -101.000). Il risultato del 2016 è imputabile prevalentemente al trend di crescita netta registrato dai contratti a tempo determinato, il cui saldo annualizzato, pari a +222.000, ha significativamente recuperato la contrazione registrata nel 2015 (-253.000), indotta dall’elevato numero di trasformazioni in contratti a tempo indeterminato".

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Per quanto riguarda il fronte dei licenziamenti, l'Inps rileva una diminuzione del 3,1% rispetto all'anno precedente: "Il tasso di licenziamento (calcolato rispetto all'occupazione esposta al rischio ad inizio anno) per tutto il 2016 (5,9%) risulta inferiore rispetto a quello corrispondente del 2015 (6,1%) e del 2014 (6,5%)". Si conferma il balzo dei licenziamenti per giusta causa, passati da 59 a 74mila, ma per l'Istituto non è da collegare alle modifiche sull'articolo 18 quanto piuttosto alle nuove discipline delle dimissioni online (scese intanto da 938 a 811mila)".

In ultima analisi, relativamente al fenomeno dei voucher, oggetto di un referendum abrogativo promosso dalla Cgil e previsto per la prossima estate, l'Inps rileva che "nel gennaio 2017 le vendite dei voucher, pari 8,9 milioni (valore nominale di 10 euro) si sono stabilizzate su livelli sostanzialmente analoghi a quelli di gennaio 2016 (8,5 milioni), con un modesto incremento del 3,9%. La forte flessione nella crescita della vendita dei voucher, sempre più marcata a partire da ottobre 2016, può riflettere anche gli effetti del dispositivo dell’art.49, comma 3, del decreto legislativo 81/2015, con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa, divenuti operativi a partire dalla seconda metà di ottobre 2016".

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