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Opinioni

Tregua politica a Roma, i mercati apprezzano

I mercati apprezzano la tregua politica italiana e il lieve calo di tensione in Medio Oriente. L’aver “superato la nottata” da parte del governo di Roma ha comunque consentito al Tesoro di centrare un primo obiettivo…
A cura di Luca Spoldi
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Prima regola di un bravo analista finanziario: diffidare sempre, in particolare, aggiungo io, dei titoli dei giornali italiani. Così se leggerete in giro che grazie all’accordo che azzera l’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli per quest’anno, in cambio dell’introduzione di una “service tax” (che in sostanza rimpiazzerà, unificandole, Imu e Tares) dal primo gennaio del prossimo anno, i mercati finanziari sono tornati a crescere, non correte a stappare una bottiglia di spumante. Perché a contribuire oggi al migliorato clima è soprattutto la leggera frenata degli Stati Uniti rispetto all’ipotesi, fino a ieri data pressoché certa, di un’azione militare “limitata” contro Siria (azione che secondo la stampa americana sarebbe potuta/dovuta scattare entro oggi e durare 3 giorni).

I rischi di una simile azione, non solo in termini militari o terroristici ma anche economici, sono ben chiari ai mercati, che infatti hanno perso ovunque terreno in questi giorni, con l’eccezione dei titoli legati al comparto petrolifero (che hanno seguito al rialzo le quotazioni del greggio) e con spostamenti di importanti masse di liquidità su “beni rifugio” come l’oro e i titoli di stato (che pure continuano a scontare l’ipotesi di minori acquisti di T-bond sul mercato da parte della Federal Reserve, un evento rispetto al quale i dubbi sono unicamente relativi alla tempistica e non al fatto che, presto o tardi, la banca centrale americana dovrà quanto meno diminuire la quantità di titoli acquistati ogni mese, attualmente pari a 85 miliardi di dollari).

Così l’annuncio di Barack Obama che le ispezioni Onu continueranno almeno fino a domani, dopo che già da Israele sono venuti accorati “consigli” all’alleato perché riduca il potere del presidente/dittatore siriano Bashar al Assad ma non lo elimini e i continui appelli da parte di Francia e Germania perché si trovi una “soluzione politica” anziché una militare (considerando anche il fatto che Russia e Cina continuano a sostenere il regime di Assad e ad opporsi ad un attacco militare, per quanto “limitato e mirato”) ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti investitori che già temevano che “l’incidente siriano” potesse nuovamente incrinare quella ripresa che negli Usa continua a sembrare a molti analisti meno robusta di quanto non sembri superficialmente e che in Europa stenta ad espandersi al di là della Germania (con segnali sempre più preoccupanti per Olanda e Finlandia).

Intendiamoci: l’acquietarsi della tempesta politica italiana d’agosto non è passata inosservata ed anzi ha consentito al Tesoro della Repubblica di centrare l’obiettivo minimo di collocare tutti e 6 i miliardi di euro preannunciati di Btp a 5 e 10 anni nell’asta di stamane, per di più ad un costo relativamente contenuto.  Il rendimento medio lordo annuo del titolo a cinque anni è infatti salito al 3,38% (contro il precedente 3,22%) mentre quello sul decennale è rimasto invariato al 4,46% (come il mese scorso), mentre lo spread Btp-Bund oscilla stamane poco sotto il 2,50%, dopo aver toccato un minimo intraday sul 2,47%, rispetto al 2,62%-2,64% visto nel corso della seduta di ieri.

Il che ci riporta al “vero costo” della politica italiana, giudicata dai mercati meno credibile di quella di altri paesi d’Europa e non intendo solo la Germania, ma anche la Francia o persino la Spagna come testimonia l’andamento dello spread tra Btp e Bonos sui 10 anni, praticamente azzeratosi nei giorni di maggiore tensione seguiti alla condanna definitiva di Silvio Berlusconi per una frode fiscale di circa 7 milioni di euro realizzata  tra il 2002 e il 2003 grazie ad ammortamenti gonfiati di diritti televisivi acquistati verso la metà degli anni Novanta da Mediaset (a proposito, nessuna associazione di consumatori, non si voglia la Consob o altre autorità a “tutela del pubblico risparmio” si è chiesto se aver costituito tali fondi neri possa aver “distratto” utili altrimenti distribuibili agli azionisti di minoranza?) e oggi lentamente risalito attorno ai 10 punti base a vantaggio dei Btp (che rendono il 4,40% stamane, contro il 4,51% attorno a cui oscillano i Bonos).

L’Italia, con un rapporto debito/Pil superiore al 130% e un deficit/Pil che a fatica il governo sta cercando di mantenere entro la soglia del 3% (pena l’intervento “correttivo” della Ue) deve sperare che i tassi restino il più a lungo possibile sui livelli attuali o meglio ancora si riducano grazie a un’ulteriore discesa dello spread (perché se la Federal Reserve ridurrà i suoi acquisti di T-bond sarà difficile che i tassi sui titoli americani e tedeschi, nonché inglesi e giapponesi, possano evitare di risalire). Ma questo richiederà una “execution” delle iniziative di politica economica (poche o tante che siano) eccellente, in grado di produrre qualche risultato concreto, ad esempio sul fronte della riduzione (o quanto meno della riqualificazione) della spesa pubblica e della lotta all’evasione.

Gli atteggiamenti da “pre-campagna elettorale” di troppi esponenti politici nelle ultime settimane fanno tuttavia temere il peggio, purtroppo, e questa volta lo “stellone” potrebbe non bastare e costare molto caro agli italiani già nei prossimi mesi, proprio mentre il resto del mondo inizia a sperimentare qualche sollievo dalla pur debole brezza di ripresa che sta tornando a spirare varcate le Alpi. Il vero costo della politica è questo, non certo le auto blu che ogni volta il governo pro tempore in carica annuncia di voler ridurre.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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