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Tassi negativi sui conti correnti: perché non c’è da preoccuparsi, i tuoi soldi sono al sicuro

Unicredit applicherà tassi negativi ai conti correnti superiori ai 100mila euro. Abbiamo chiesto il parere di alcuni banchieri e vi spieghiamo perché non è il caso di allarmarsi, visto che si tratta certo di una novità per l’Italia, ma di una “usanza” in Germania, allo studio anche di altri istituti di credito.
A cura di Redazione
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Dal 2020 Unicredit applicherà tassi negativi ai conti correnti molto superiori a 100mila euro. Lo ha rivelato l’ad Jean Pierre Mustier, aggiungendo che per evitarli verranno offerte ai clienti soluzioni alternative, come ad esempio investimenti in fondi senza commissioni. Una novità per l’Italia, ma un’usanza in Germania, dove Unicredit è ben radicata. Se anche Commerzbank e Deutsche bank ci stanno pensando, Volksbank, la seconda maggiore banca cooperativa tedesca, applica un tasso dello -0,5% sui depositi superiori a 100mila euro. In pratica, significa che se un cliente ha sul conto corrente 105mila euro deve pagare 525 euro all’anno di interesse.

Il punto è che le banche tengono in pancia per ogni conto massimo 100mila euro e trasferiscono il resto alla Bce a cui pagano un tasso dello 0,5%. Mustier già settimana scorsa, in qualità di presidente della Federazione delle banche europee, aveva proposto che la Bce invitasse le banche a passare questo tasso negativo ai correntisti più abbienti. Non correrebbero nessun rischio invece i risparmiatori sotto i 100mila euro e in realtà Unicredit penserebbe a una misura per i conti sopra i 300mila.

Questo trasferimento di costi secondo Mustier servirebbe a garantire la massima efficienza della Bce e il suo pieno impatto sull’economia in un momento in cui peraltro l’interesse sui depositi è salito da -0,40% a -0,50% rendendo ancora più costoso per gli istituti di credito parcheggiare la propria liquidità all’Eurotower. Fino a oggi le banche italiane hanno resistito a spostare questo interesse sulla clientela, preoccupate dalla cattiva pubblicità di simili interventi e dalla possibilità di perdere clienti in un mercato sempre più concorrenziale per l’arrivo di nuove banche digitali. Al massimo alcuni istituti hanno risposto ai tassi negativi incrementando alcune condizioni del conto, tra spese e commissioni.

Per questo dopo l’annuncio di Unicredit abbiamo chiesto il parere a alcuni banchieri presenti al Domus forum di Milano. Per Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, azionista di Intesa Sanpaolo: «Dobbiamo essere tutti consapevoli che siamo in un sistema sociale con delle trasformazioni molto grandi dove stanno cambiando completamente le strutture. Ci saranno da fare delle riflessioni, ma con una bussola orientata verso l’equità. Quando si apre un dibattito va fatto andando a vedere i dettagli tecnici e rispetto a questi è necessario vedere cosa costruisce condizioni di crescita che sono eque, che cosa costruisce condizioni non eque o di regressione».

Di «scelta interessante» parla Umberto Ambrosoli, presidente di Banca Aletti, società di gestione risparmio di Banco Bpm. «Si spiega in un quadro internazionale di tassi bassi – commenta -. Anche i Bot del resto possono diventare negativi. Ciò che mi sembra utile per l’economia in generale è spronare i clienti privati e le aziende a investire senza lasciare troppi soldi fermi sul conto». Mentre Corrado Passera, recente fondatore di Illimity bank e già ad di Intesa Sanpaolo ricorda come «le banche centrali stiano facendo di tutto per aiutare l’economia con i tassi bassi, ma la politica deve seguire con interventi infrastrutturali. Capisco che l’interesse negativo ricada sulle banche e comprendo pure l’usanza del mondo tedesco, ma in Italia ai miei clienti non lo farei mai».

A cura di Francesco Rigatelli

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