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Scontro su concessioni autostradali, Aspi chiede al governo un indennizzo di 23 mld

Dopo l’approvazione del decreto Milleproroghe, al cui interno si trova una norma che in casi eccezionali, controllo delle strade e della rete passa all’Anas, in attesa della nuova gara, Aspi ha scritto una lettera al governo, chiedendo un risarcimento di 23 miliardi, pari al valore della concessione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le norme contenute nella bozza del decreto Milleproroghe sulla convenzione con Autostrade per l'Italia, se confermate, hanno "rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee" ed in ogni caso verificano "i presupposti per la risoluzione di diritto della Convenzione Unica, ai sensi dell'Art. 9 bis" che prevede il riconoscimento alla società dell'indennizzo pieno. A scriverlo in una nota, diffusa nella tarda serata di ieri, è la stessa Autostrade per l'Italia. La società ha inviato la lettera formale a Palazzo Chigi al ministero dei Trasporti e al ministero dell’Economia. Il motivo del contendere è una norma del Milleproroghe, approvata salvo intese, che stabilisce che in caso di revoca, decadenza o risoluzione delle concessioni, il servizio viene affidato ad Anas, in attesa della nuova gara.

La norma in questione determinerebbe il verificarsi dei presupposti della Convenzione Unica per la risoluzione di diritto della stessa. Il Cda, si legge nel comunicato, "ha preso in esame detto testo e, pur non potendo conoscere la versione definitiva delle disposizioni, ha ritenuto come già sottolineato da Aiscat che lo stesso presenti rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee. Per tale ragione la società sta valutando ogni iniziativa volta a tutelare i diritti della stessa in termini di legittimità costituzionale e comunitaria delle disposizioni normative in merito ai principi di affidamento, di libertà di stabilimento e di concorrenza, di proporzionalità e di ragionevolezza".

"Tali disposizioni – ha continuato Aspi – sarebbero peraltro approvate in un decreto legge in assenza dei necessari requisiti di estrema urgenza e necessità, nonché di quelli di omogeneità del disposto normativo ‘Milleproroghe'. Anche alla luce delle recenti ordinanze del TAR Liguria di rimessione alla Corte Costituzionale delle disposizioni del Decreto Genova, la nuova norma appare irragionevole, non essendo assistita da alcuna congrua motivazione, con presunta valenza retroattiva. Già nel 2006 la Commissione Europea ha peraltro sancito che i contratti di concessione non sono modificabili in modo unilaterale, in forza dei principi della certezza del diritto e del legittimo affidamento".

"Per effetto di ciò" il Cda di Autostrade per l'Italia "ha ritenuto di indirizzare al Ministero Concedente, nonché alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell'Economia, una comunicazione nella quale evidenzia che l'eventuale adozione di una norma con contenuti analoghi a quelli indicati nell'art.33 determinerebbe il verificarsi dei presupposti di cui all'art.9 bis comma 4 della Convenzione Unica e quindi la risoluzione di diritto della stessa. Ciò in ragione del ‘rispetto del principio di affidamento' e a tutela del patrimonio della società e di tutti gli stakeholders".

Il governo ha replicato ad Aspi, tramite la ministra dei Trasporti De Micheli: "Inaccettabile", ha detto, commentando la lettera inviata al governo da Aspi, in cui la società gestita da Atlantia si è detta pronta a valutare "ogni iniziativa volta a tutelare" i propri diritti.

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