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L’UE traina l’export Made In Italy: +2% nel 2014. Surplus commerciale ai massimi

Lo rileva l’Istat, secondo cui il trend positivo si deve soprattutto alla domanda dei Paesi Ue, che si è attestata a +3,7%. Germania e Belgio i “clienti” migliori. Boom degli autoveicoli, a +10%
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scorso anno l'export italiano è andato molto bene, con una crescita del 2%, in positivo dopo un 2013 piatto. Lo rileva l'Istat, secondo cui il trend positivo si deve soprattutto alla domanda dei Paesi Ue, che si è attestata a +3,7%. La bilancia commerciale del nostro Paese ha infatti chiuso il 2014 con un avanzo pari a 42,9 miliardi, che raddoppia a 86 miliardi al netto dell'energia  (per cui le esportazioni fanno segnare un +2,7% rispetto all’anno prima). Si tratta del livello più alto dall'inizio della serie storica. C’è invece una flessione delle importazioni pari all'1,6%, determinata invece dalla forte contrazione dei prodotti energetici (-19,5%). La diminuzione congiunturale dell'import è da ascrivere esclusivamente all'area extra Ue (-3,7%). La flessione è diffusa a tutti i comparti, a eccezione dei beni di consumo (+1,5%). Nel solo mese di dicembre l'export è cresciuto del 2,6% rispetto a novembre, mentre le importazioni sono diminuite dell'1,6%. Su base annua le esportazioni aumentano del 6,3% in valore e del 5,4% in volume, mentre l'import registra un calo dell'1,3%.

La spinta alle nostre esportazioni è arrivata soprattutto da Germania (+3,3%), il Paese che pesa di più, Belgio (+15,7%), Spagna (+4,6%) e Polonia (9,9%). Bene anche la Cina, con un +6,6%, e gli Stati Uniti (+10,2%), mentre si segnalano cali nelle vendite verso la Svizzera (-6,4%), la Russia (-11,6%) e il Giappone (-10,9%). Da sottolineare la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di autoveicoli (+10,0%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+5,6%) e di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+5,5%). Nel 2014, gli acquisti sono in marcata flessione da paesi OPEC (-29,4%) e Russia (-20,0%). In forte calo l’import di gas naturale (-25,9%) e di prodotti petroliferi raffinati (-17,1%).

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