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Ex Ilva, governo assicura: “Ci sono le basi per l’accordo, ma Mittal revochi il recesso”

Secondo il governo un accordo sull’ex Ilva di Taranto si può trovare, ma ArcelorMIttal deve revocare il recesso. Per la presidenza del Consiglio “l’intesa tecnica raggiunta in data odierna fra i rappresentanti legali di ArcelorMittal e quelli di Ilva in amministrazione straordinaria rappresenta un passo importante”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un accordo si può trovare. Le basi per un’intesa sull’ex Ilva di Taranto ci sono. Ma Arcelor Mittal deve revocare il recesso. Sono queste le condizioni poste dal governo e rese note attraverso una nota congiunta della presidenza del Consiglio con il ministero dell’Economia e delle finanze e con il ministero dello Sviluppo economico. Nella nota inviata da Palazzo Chigi si sottolinea subito che “l’intesa tecnica raggiunta in data odierna fra i rappresentanti legali di ArcelorMittal e quelli di Ilva in amministrazione straordinaria rappresenta un passo importante verso un complessivo miglioramento dell’assetto dello stabilimento di Taranto”.

Per il governosono state poste le basi per arrivare, entro la fine del mese, a un nuovo rapporto contrattuale tra le parti che preveda, fra l’altro, la concreta possibilità di un investimento pubblico nella società che gestisce l’impianto, in modo da garantire ancor più efficacemente il perseguimento della politica industriale del Governo, che mira a coniugare ambiente, innovazione, occupazione e crescita”. Ma qualsiasi accordo non può prescindere dalla revoca del recesso. Nella nota si legge ancora infatti: “Tutto ciò, ovviamente, sul presupposto che ArcelorMittal revochi il suo proposito di recesso e rinunci alla azione civile intrapresa presso il Tribunale di Milano”.

L’obiettivo del governo sull'ex Ilvaè – e sarà sempre di più – quello di fare del polo siderurgico di Taranto un leader europeo dell'acciaio verde, creando nel Mezzogiorno il primo esempio concreto di attuazione del Green New Deal, motivo per il quale ci aspettiamo, peraltro, che l’Unione Europea guardi con favore a questo ambizioso e sfidante progetto”. La nota congiunta di presidenza del Consiglio, Mef e Mise conclude: “Con l'auspicato intervento dello Stato si avvia un nuovo ciclo di investimenti su cui il Governo potrà esercitare un controllo diretto per assicurare crescita e sostenibilità ambientale e sociale”.

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