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Dl Ristori bis: come funzionano, quando arrivano e a chi andranno i contributi a fondo perduto

Il governo si appresta a mettere in campo il decreto Ristori bis, il provvedimento che permetterà di erogare i contributi a fondo perduto per i commercianti e le partite Iva costretti alla chiusura (totale o parziale) delle loro attività dopo il nuovo dpcm, soprattutto nelle zone arancioni e rosse. Vediamo a chi spetta il contributo, come funziona, quando verrà erogato e a quanto potrebbe ammontare.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il dpcm del 3 novembre introduce nuove chiusure e limitazioni per molte attività. Il governo è quindi dovuto correre ai ripari e deve ora mettere in campo un nuovo decreto per gli aiuti a chi è stato più colpito dalle chiusure. Un sostegno economico che verrà introdotto attraverso il decreto Ristori bis, atteso in Consiglio dei ministri probabilmente tra giovedì 5 e venerdì 6 novembre puntando alla pubblicazione subito dopo l’entrata in vigore delle restrizioni – anche per zone arancioni e zone rosse – del dpcm. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, assicura che ci saranno risorse adeguate, parlando di 1,5 o 2 miliardi di euro: “Gli stanziamenti ci sono ma se serve saremo pronti a chiedere alle Camere un nuovo scostamento di bilancio”. I nuovi contributi dovrebbero andare alle attività costrette alla chiusura, ma anche a quelle rimaste aperte ma che risentiranno delle restrizioni e del lockdown, con un conseguente calo di fatturato.

Chi riceverà i nuovi contributi a fondo perduto

I contributi a fondo perduto saranno destinati ai commercianti e alle partite Iva. Il fondo è destinato alle partite Iva che sospendono le loro attività nelle zone rosse: si tratta, per esempio, di bar, ristoranti, centri estetici, negozi di abbigliamento e altre categorie. C’è da considerare, però, che le aree arancioni e rosse potrebbero variare, non essendo fisse se non per un periodo di 15 giorni. Quindi c’è il rischio di dover allargare la platea di volta in volta. Motivo per cui si pensa di istituire un fondo da cui attingere in caso di bisogno. Obiettivo del governo è, intanto, ampliare la platea dei beneficiari, aggiungendo nuovi codici Ateco, come quello dei musei, costretti alla chiusura. Potrebbero essere inseriti anche i bus turistici e rosticcerie e pizzerie al taglio, che vengono penalizzati dal coprifuoco alle 22. La lista, comunque, è in costante aggiornamento.

Ulteriori incentivi potrebbero essere destinati ai genitori con figlio che devono stare a casa per la didattica a distanza: in questi casi si pensa ad aiuti aggiuntivi per finanziare i congedi parentale al 50% nei casi in cui non è possibile ricorrere allo smart working. Possibile anche il rifinanziamento del bonus babysitter. Le risorse da destinare alle diverse categorie di beneficiari dovrebbero provenire dal fondo anti-Covid previsto in manovra, con uno stanziamento attuale da 4 miliardi di euro che sembra però destinato ad aumentare.

Dl Ristori bis, a quanto ammontano i contributi

Il governo dovrà stabilire il meccanismo delle percentuali dei ristori. Si ipotizza che possa essere del 200% per chi è andato incontro a una chiusura totale. In ogni caso il contributo dovrebbe essere doppio rispetto a quello della primavera, calcolato sulla perdita del fatturato. E non dovrebbe essere inferiore a 2mila euro per le persone e a 4mila euro per le piccole imprese. Il tetto massimo dovrebbe essere quello di 150mila euro, mentre non ci sarà un limite massimo di fatturato oltre il quale non si potrà accedere al bonus, come avveniva invece in primavera (ma non col primo dl Ristori). L’obiettivo dell’esecutivo è quello di chiudere in tempi rapidi per dare subito gli aiuti a chi è costretto a chiudere. E per fare più in fretta e chiudere al più presto l’iter il provvedimento potrebbe confluire, per l’esame parlamentare, nel primo dl Ristori, ora all’esame del Senato.

Come e quando arriverà il contributo

Il contributo a fondo perduto verrà versato in automatico dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente del beneficiario. Non sarà necessario presentare alcuna domanda per chi ha già chiesto il primo contributo, quello previsto dal decreto Rilancio in primavera. Il versamento arriverà sul conto corrente entro 15 giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto. Chi, invece, non aveva fatto domanda per il primo contributo, potrà farla ora. Ma i tempi per ricevere i fondi saranno chiaramente più lunghi. L’obiettivo, in questo caso, è quello di effettuare il versamento a tutti gli interessati entro la fine dell’anno.

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