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Cos’è la tassa globale alle multinazionali: c’è un nuovo accordo tra 136 Paesi

Sono 136 i governi che hanno raggiunto un nuovo accordo con lo scopo di ridurre l’elusione fiscale, che ad oggi consente a diverse multinazionali di non pagarne le tasse, o versarne pochissime, in alcuni Paesi dove comunque registrano guadagni. Lo scopo è introdurre un’imposta di almeno il 15% in ciascun Paese dove l’azienda opera.
A cura di Annalisa Girardi
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C'è un nuovo accordo sulla tassa minima globale alle multinazionali. Già a luglio un'intesa, coordinata dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) era stata sottoscritta da 130 Paesi: ora sono 136 i governi che hanno raggiunto un nuovo accordo con lo scopo di ridurre l'elusione fiscale, che ad oggi consente a diverse multinazionali di non pagarne le tasse, o versarne pochissime, in alcuni Paesi dove comunque registrano guadagni. Come a luglio, anche questa volta l'idea di base è di introdurre un'imposta di almeno il 15% in ciascun Paese dove l'azienda opera.

"Questo è un ulteriore passo cruciale verso un sistema più giusto, modernizzato per l'era digitale, che aiuterà a fermare la corsa a ribasso per le tasse", ha commentato Kristalina Georgieva, la direttrice del Fondo monetario internazionale.

"La grande riforma del sistema fiscale internazionale è stata definitivamente concordata, garantirà l’applicazione di un’aliquota minima del 15% per le multinazionali a partire dal 2023", ha spiegato l'Ocse. Secondo le previsioni, al 2023 la nuova tassa dovrebbe fruttare circa 150 miliardi di dollari l'anno. Al momento l'accordo è stato firmato da tutti i Paesi del G20, dell'Unione europea e dell'Ocse. Gli ultimi ad aggiungersi sono stati Ungheria, Irlanda ed Estonia. Sarebbero solo quattro i Paesi che non hanno ancora aderito: nello specifico si tratta di Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka. Alla fine, dopo lunghe discussioni, si è convinta ad accettare anche l'Irlanda.

Secondo il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann "questo renderà il nostro regime fiscale internazionale più equo e più efficace". Non solo, si tratta anche di "una grande vittoria per un multilateralismo efficace ed equilibrato". Cormann ha quindi concluso: "Si tratta di un accordo di grande portata che garantisce che il nostro sistema fiscale internazionale si adatti ad un’economia globale digitale. Adesso dobbiamo lavorare con diligenza per garantire l’attuazione effettiva di questa riforma maggiore".

Anche il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha accolto felicemente l'accordo: "Evviva! Raggiunto l’accordo per la tassazione minima e per redistribuire i proventi delle tasse dove le multinazionali fanno profitti e non dove stabiliscono le loro sedi. Orgoglioso del sostegno dei paesi Ue".

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