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Cosa cambia con l’assegno unico per i figli nel 2022: chi ci guadagna, chi ci perde e quali sono gli importi

L’Assegno Unico 2022 andrà a sostituire, dal prossimo marzo, il vecchio Assegno per il Nucleo Familiare, le detrazioni fiscali per i figli e alcuni bonus per la famiglia. Gli importi in base all’ISEE andranno da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro mensili per figlio e a trarre particolare vantaggio dalla misura saranno i lavoratori autonomi, gli incapienti e i disoccupati. Vediamo invece chi ci perderà e quali saranno esattamente gli importi.
A cura di Daniela Brucalossi
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L'Assegno Unico 2022 per i figli comincerà a essere erogato da marzo 2022. Questa misura, che si baserà sul reddito Isee per scongiurare il rischio che ne usufruiscano gli evasori fiscali ma che potrà essere richiesta anche senza Isee, andrà a incorporare e sostituire il vecchio Assegno per il Nucleo Familiare (basato invece sul reddito Irpef), le detrazioni per i figli a carico, il Bonus mamma domani e il Bonus Bebè per il primo anno. L'Assegno Unico sarà erogato a tutte le famiglie con figli che vanno dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno di età e potranno accedervi tutti i cittadini italiani con domicilio fiscale nel Paese e gli stranieri residenti da almeno due anni. Gli importi base, sensa considerare le eccezioni dovute a disabilità o a un numero di figli superiore a tre, andranno da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro mensili per figlio e la grande maggioranza della platea interessata ci guadagnerà. Ma andiamo a vedere esattamente quali saranno le cifre erogate in base alla categoria di appartenenza, quali saranno i cittadini a cui converrà la misura e quali ci perderanno.

Cosa cambia per le famiglie con l'assegno unico

Gli importi dell'Assegno Unico e Universale 2022 andranno in base all'Isee ma chi non presenterà l'Indicatore di Situazione Economica potrà comunque beneficiare del minimo (50 euro al mese per figlio).  Fino a 15mila euro di reddito Isee si percepiranno 175 euro a figlio e dal secondo figlio in poi la cifra sarà aumentata di 85 euro. Mentre dal quarto figlio in poi spetteranno 100 euro mensili in più. Altre maggiorazioni fisse andranno a coloro che hanno figli disabili (da 50 a 100 euro in base all'età e alla gravità della patologia), alle madri con meno di 21 anni (20 euro) e alle famiglie dove è presente un secondo reddito (30 euro).
In generale, l'importo dell'assegno andrà a decrescere sopra i 15mila euro di Isee, fino ad arrivare a 50 euro per i redditi pari e superiori a 40mila euro.  Le famiglie con figli a carico sopra i 21 anni (con reddito quindi sotto i 4mila euro fino a 24 anni), escluse dalla misura, continueranno a beneficiare delle detrazioni Irpef. Ecco la tabella completa con gli importi dell'assegno unico nel 2022.

A chi conviene e a chi no l'assegno unico 2022 per i figli

Premettendo che il vecchio Assegno per il Nucleo Familiare spettava solo ai lavoratori dipendenti, vediamo a chi conviene il passaggio all'Assegno Unico del 2022:

  • ai lavoratori autonomi e ai disoccupati, che prima percepivano solo le detrazioni fiscali per i figli
  • agli incapienti, che non percepivano neanche le detrazioni fiscali per i figli  (questi soggetti hanno un reddito che non supera gli 8mila euro e rientrano quindi nella no tax area)

Anche per quanto riguarda i lavoratori dipendenti che fino allo scorso giugno percepivano il vecchio Assegno per il Nucleo Familiare, basato sul reddito Irpef, ci saranno nella maggior parte dei casi dei vantaggi, soprattutto tra i redditi medi.  I soggetti che potrebbero perdere qualche decina di euro sono le famiglie con reddito medio-basso che però godono di altri immobili oltre alla prima casa e risparmi elevati. Oppure i soggetti con reddito Irpef intorno ai 15mila euro che prima beneficiavano del massimo importo dell'ANF e delle detrazioni per figli a carico. Altre famiglie che potrebbero perdere qualcosa sono quelle con figli tra i 18 e i 21 anni, per i quali l'Assegno Unico si dimezza. Tuttavia, i lavoratori dipendenti con Isee inferiore ai 25mila euro godranno della clausola di salvaguardia: in questo modo l'Inps effettuerà la compensazione in automatico per tre anni.

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