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Covid 19

Governo prepara decreto da 3,6 mld: ecco le misure per sostenere imprese e cittadini

Il governo si appresta a varare, probabilmente entro la fine di questa settimana, un secondo decreto economico per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Un piano da 3,6 miliardi di euro da realizzare in deficit, con la flessibilità che l’Ue concederà a Roma e previa autorizzazione del Parlamento. Vediamo quali dovrebbero essere le principali misure di questo provvedimento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il secondo decreto economico del governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus potrebbe arrivare già alla fine di questa settimana. Come pre-annunciato dopo l’approvazione delle prime misure economiche, durante la scorsa settimana. Il secondo provvedimento sarà più corposo e dovrebbe contenere un sostegno economico importante per il sistema Italia. Per farlo, però, sarà necessario investire in deficit. L’Ue dovrebbe concedere la flessibilità senza problemi. E prima ancora dovrebbe farlo, ufficialmente, il Parlamento italiano. La prima mossa del governo sarà quella di inviare una lettera alla Commissione europea per spiegare come impiegherà la cifra da investire in deficit: si tratta di circa 3,6 miliardi di euro, secondo quanto spiegato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Il governo incontrerà mercoledì le parti sociali per concordare le misure che questo secondo decreto per il sostegno dell’economia dovrà contenere. Poi, probabilmente giovedì, chiederà al Parlamento di votare, con la maggioranza più ampia possibile, l’autorizzazione a fare maggior deficit, come previsto dalla Costituzione. Così verrebbero ‘liberati’ i 3,6 miliardi che il decreto dovrebbe contenere: se il cronoprogramma verrà confermato il provvedimento potrebbe essere varato già venerdì dal Consiglio dei ministri. E la “terapia d’urto” per l’Italia promessa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dovrebbe iniziare a prendere forma.

Gualtieri annuncia misure per 3,6 miliardi

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha annunciato ieri, in un’intervista a Repubblica, che la spesa prevista per il momento dal governo è di 3,6 miliardi, corrispondente allo 0,2% del Pil. “Non credo che Bruxelles contesterà la nostra richiesta di flessibilità, si tratta di una cifra ragionevole”, assicura Gualtieri. E difatti da Bruxelles le prime aperture sono arrivate già ieri con il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni: “Proteggere la salute è la priorità. Di fronte alle conseguenze economiche, lavorerò perché l’Unione europea coordini la risposta e usi gli strumenti necessari contro i rischi per la crescita e il lavoro”.

Gentiloni conferma anche oggi la disponibilità dell’Ue a concedere la spesa in deficit: “Per l’Italia sì alla flessibilità sui conti. Bisogna muoversi. In caso eccezionali, come questo, la flessibilità è prevista e regolata. Ma non c’è solo la flessibilità, lavoriamo pre condividere una risposta coordinata a livello europeo”. Ribadendo poi la massima apertura da parte della Commissione alla richiesta italiana. Le regole Ue prevedono il ricorso alla flessibilità per eventi eccezionali: si consente così di scorporare le spese dal conteggio di deficit e debito. Così facendo l’Italia eviterebbe una eventuale procedura d’infrazione per debito eccessivo.

Coronavirus, il secondo decreto economico del governo

Il primo decreto economico predisposto dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus conteneva misure soprattutto contenitive e riguardanti le zone rosse. Il secondo decreto è più ambizioso del primo e prevede lo stanziamento di risorse da impiegare attraverso vari strumenti. Ci dovrebbe essere l’indennizzo, previsto sotto forma di credito d’imposta, per le aziende che dimostrano di aver perso almeno un quarto di fatturato nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2018 e del 2019: un calo che deve essere legato al Coronavirus e che non riguarda solamente le aziende delle zone rosse. Altra disposizione potrebbe riguardare una riduzione delle tasse.

Ci saranno misure per il sostegno all’export e agli investimenti, così come l’estensione della cassa integrazione in deroga a tutto il territorio nazionale per i lavoratori costretti alla quarantena o alle assenze forzate, come già avviene in Lombardia e Veneto. Parte della cifra investita potrebbe riguardare direttamente il mondo della sanità, con un sostegno importante necessario per far fronte all’epidemia in corso. Inoltre, le misure potrebbero riguardare anche bar e ristoranti e altre attività finora non coinvolte nei precedenti provvedimenti.

Coronavirus, tutti chiedono più investimenti al governo

I 3,6 miliardi che l’Italia vuole mettere in campo, però, vengono ritenuti insufficienti sia dalle opposizioni che da imprese e sindacati. Confindustria, insieme alle associazioni di imprese e ai sindacati, sostiene che ci vogliano più risorse, spingendosi a chiedere almeno dieci miliardi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede un piano da “almeno 20 miliardi” per “aiutare seriamente, e in tutta Italia, imprese e famiglie”. Chiede di più anche Forza Italia, con il suo presidente, Silvio Berlusconi, che invoca un “piano Marshall” per risollevare l’economia italiana. Meno critica, invece, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che si sofferma soprattutto sulla richiesta di maggior deficit che verrà esaminata in Parlamento e su cui assicura il voto favorevole del suo partito, purché le risorse vengano investite nella maniera più efficiente possibile per contrastare l’emergenza Coronavirus.

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