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Chi è davvero Donald Trump? Alla Casa Bianca uno xenofobo che ammira Mussolini e Hitler

Dalle bufale su Obama alle sparate sul cambiamento climatico, dal complottismo sull’11 settembre al razzismo più becero: così l’ereditiero milionario ha fatto parlare di sé. E ha vinto.
A cura di Giorgio Scura
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Nessuno se lo sarebbe aspettato qualche mese fa, ma dopo la netta vittoria al Super Tuesday e una campagna elettorale perfetta, sarà lui il nuovo inquilino della Casa Bianca: il sottovalutato e sbeffeggiato, Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America.

Ma chi è davvero il milionario ereditiero con il callo per gli affari immobiliari che spaventa il mondo moderato? Dopo il retweet della frase di Benito Mussolini che lo stesso Trump non aveva capito essere una "trappola" di un account satirico, è tornata in circolazione un'intervista del 1990 rilasciata a Vanity Fair dell'ex moglie Ivana Trump in cui dichiarava che sul suo comodino c'era una raccolta dei discorsi di Hitler, My New Order, e che salutava uno dei suoi collaboratori, John Walters, con "Heil Hitler". Simpatizzante dell'estrema destra, quindi, sostenuto perfino dal Ku Klux Klan (anche se lui non lo ha mai ufficialmente accettato), crede nella tortura come mezzo utile nella lotta al terrorismo.

"Amo gli ignoranti"

Noto per le sue idee fortemente anti immigrati, tra muri e "cacciate" (vuole chiudere le frontiere a tutti i musulmani e dei messicani ha detto: "Tutti stupratori e criminali"), Trump ha spesso parlato delle sue idee di rivedere le leggi sulla diffamazione in ottica censoria anti media (più volte ha detto di volere chiudere Internet).

Il miliardario, la cui fortuna è valutata in 9 miliardi di dollari, sembra un incrocio tra Salvini e Berlusconi, con l'aggiunta di una smodata passione per le armi e crede che ogni americano dovrebbe avere almeno una pistola in tasca. Per 10 anni è stato anche un volto tv, conducendo e producendo The Apprentice, il format che in Italia vedeva protagonista Flavio Briatore nei panni dell'imprenditore a caccia di nuovi talenti. Populista più che conservatore ("Amo la gente non istruita"), si è buttato in politica, prima con i democratici e poi con i repubblicani annunciando lo scorso anno la sua intenzione di correre per le primarie e quindi per la Casa Bianca. Nessuno, ma proprio nessuno, aveva creduto che potesse riuscirci davvero.

Il "pagliaccio" complottista

Accolto da pernacchie e insulti, tra cui "pagliaccio" è il più gettonato, Trump ha solleticato la pancia degli americani con golose promesse del tipo: "Fatemi entrare alla Casa Bianca e vi dirò chi c’è dietro l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre. Abbiamo colpito l’Iraq, ma non sono stati loro a buttare giù il World Trade Center. Renderò pubblici tutti i segreti sugli attacchi" citando le 28 pagine dell’originale inchiesta congiunta del Congresso sull’11 Settembre, che continuano ad essere classificati e trattenuti al pubblico per motivi di sicurezza nazionale.

Pazzo per le bufale

Tre mogli, 5 figli, 7 nipoti, grande passione per il wrestling, bassissima considerazione delle donne, Trump fa delle gaffes il suo punto di forza e non si preoccupa affatto delle buone maniere (della rivale Hillary Clinton è arrivato a dire: "Se non è riuscita a soddisfare suo marito, come possiamo pensare che soddisfi l'America?"), né del clima ("Il riscaldamento globale non esiste, tutte balle il Pianeta è freddo e gli scienziati che se ne preoccupano stanno congelando"), né del politicamente corretto (nel video sopra prende in giro un giornalista disabile)

Purché se ne parli

Insomma, non avendo nulla da perdere Trump gioca sempre "all in" provando a spararla ogni giorno più grossa di quello precedente. Trump va matto anche per le bufale: la più famosa probabilmente è quella dell'Obama africano (la teoria, smentita dai documenti, secondo cui l'attuale presidente sia nato in Kenya e non alle Hawaii), oppure quella sulla correlazione del tutto infondata tra vaccini e autismo. Una strategia di comunicazione che punta semplicemente a far parlare di sé, il come non importa, e che si è dimostrata vincente.

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