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Delitto Novi Ligure: Erika De Nardo è una donna libera

La giovane ritorna in libertà, dopo undici anni passati tra carcere e comunità: ad attenderla il padre Francesco De Nardo. Erika ha espresso la volontà di poter restare ancora nella struttura bresciana, che l’ha accolta in questi mesi.
A cura di Daniela Caruso
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Erika De Nardo esce dalla comunità Exodus

Dopo undici anni di prigione e comunità, Erika De Nardo torna in libertà. La ragazza, come ricorderete, uccise la madre Susanna Cassini e il fratello minore Gianluca De Nardo nel lontano 21 febbraio 2001. Per il barbaro duplice omicidio, commesso con la collaborazione del fidanzatino dell’epoca Omar Favaro, finì con quest’ultimo in carcere, dopo vari tentativi di depistaggio. Oggi Erika ha lasciato la comunità Exodus di Lonato, di Don Mazzi ed è, ufficialmente, una donna libera. La ragazza sarà trasportata in una stazione di Carabinieri, dove le è stato notificato il decreto di fine pena.

La libertà è reale per Erika, la quale ha dichiarato di voler continuare a vivere nella comunità bresciana. Notizia che sarebbe stata confermata anche da Giovanni Mazzi. Ad attenderla il padre il quale, in tutti questi anni, non l’hai mai abbandonata, nonostante la figlia le avesse tolto quanto più caro avesse al mondo. Come ha dichiarato Mazzi, “La ragazza incontrerà il padre e poi tornerà qui e vi rimarrà per molto tempo”. Sarebbe stata la stessa Erika ad avanzare la richiesta di poter restare in comunità. Mazzi spiega, infatti, che “E' una sua scelta ed è stata lei a chiederlo. Per noi questo è un segnale di maturità. Sarà Erika ormai donna libera a decidere quanto rimanere", ha spiegato ancora Mazzi”.

Oggi la De Nardo è stata fotografata nel cortile della comunità: indossava un paio di jeans, un giubbetto fucsia e una kefiah e, con molto affetto, si apprestava a salutare gli altri ragazzi e il personale della struttura, facendo pensare a chi l’ha osservata che non sarebbe mai tornata indietro. Erika si è allontanata dalla comunità a bordo di un suv di tinta scura, seguita da una pattuglia di Carabinieri. Alla guida dell’auto c’era Giovanni Mazzi.

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