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Dalla riforma della giustizia ai referendum anti-Jobs act, il gennaio caldo di Gentiloni

Numerose le sfide attese per il prossimo gennaio da parlamento e governo: dalla sentenza della Consulta sull’Italicum all’ammissibilità dei referendum contro il Jobs Act promossi dalla Cgil, passando per la ripresa dell’iter parlamentare per la riforma della giustizia penale, della prescrizione e per la legalizzazione di cannabis e testamento biologico, sarà un gennaio intenso per le istituzioni.
A cura di Charlotte Matteini
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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse13-12-2016 RomaCamera dei Deputati. Voto di fiducia al Governo Gentiloni. Discussione generaleNella foto Paolo GentiloniPhoto Fabio Cimaglia / LaPresse13-12-2016 Rome (Italy)Chamber of Deputies. Vote to Gentiloni governmentIn the pic Paolo Gentiloni

Un mese pieno di impegni e scadenze parlamentari, quello del prossimo gennaio 2017. Tante le emergenze e le situazioni che parlamento ed esecutivo Gentiloni si troveranno ad affrontare nelle prossime settimane, due in particolare potrebbero creare non pochi grattacapi al governo: il 24 gennaio è attesa la sentenza della Consulta relativa alla presunta incostituzionalità di alcune parti della legge elettorale Italicum varata lo scorso anno da Renzi, una sentenza che si concentrerà soprattutto su alcuni aspetti della legge, tra cui il ballottaggio, le candidature plurime e il premio di maggioranza. Nel caso in cui la Consulta dovesse bocciare una di queste parti, di fatto l'impianto dell'Italicum verrebbe smantellato e conseguentemente sarebbe difficile porre rimedio con dei semplici aggiustamenti e l'ipotesi di un ritorno al Mattarellum o ad altra legge elettorale acquisterebbe dunque sempre più vigore.

L'undici gennaio, invece, la Consulta si esprimerà sull'ammissibilità dei 3 quesiti referendari promossi dalla Cgil contro il Jobs Act, che riguardano l'abolizione dei voucher, il ripristino dell'articolo 18 – con una novità, perché il limite verrebbe abbassato alle aziende con più di 5 dipendenti e non più i canonici 15 – e l’abrogazione delle disposizioni che limitano la responsabilità solidale di appaltatore e appaltante. Qualora uno o più quesiti referendari dovessero essere dichiarati ammissibili, gli italiani verrebbero chiamati al voto tra il 15 aprile e il 15 giugno 2017, secondo i termini di legge, a meno di alcune eccezioni: nel caso in cui il parlamento dovesse approvare una legge che va nella direzione proposta dai referendum o nel caso in cui si andasse allo scioglimento anticipato delle Camere, la consultazione referendaria potrebbe saltare o slittare di un anno.

Non sono però solo queste le scadenze di inizio anno che attendono l'esecutivo Gentiloni: a causa della caduta del governo Renzi in seguito alla schiacciante vittoria del fronte del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, l'iter legislativo di molti provvedimenti è rimasto bloccato dal pantano della crisi istituzionale e con molta probabilità riprenderà dopo la pausa natalizia: ad attendere il parlamento ci saranno numerosi disegni di legge, tra cui, per esempio, la riforma del processo penale e della prescrizione – entro la fine di gennaio è prevista la relazione del guardasigilli sull'amministrazione della Giustizia – la riforma del processo civile, bloccato in commissione al Senato, il decreto ‘milleproroghe', il cosiddetto decreto "salva risparmio", varato dal governo lo scorso 24 dicembre, che vedrà impegnata la Camera già dal prossimo 28 dicembre e i provvedimenti relativi alla legalizzazione della Cannabis e al testamento biologico che risultano in stallo ormai da mesi, bloccati entrambi alla Camera.

Altre due sfide, però, attendono i parlamentari italiani a gennaio: il prossimo 11 gennaio gli onorevoli sono convocati in seduta comune per eleggere un giudice della Corte Costituzionale in sostituzione di Andrea Frigo e difficilmente, visto l'alto quorum di due terzi previsto ai primi scrutini, si raggiungerà un accordo bipartisan in breve tempo. Inoltre, con l'approdo al Governo di Valeria Fedeli e di Anna Finocchiaro, al Senato occorrerà eleggere un nuovo vicepresidente dell'Assemblea ed un nuovo presidente della commissione Affari costituzionali e questa seconda poltrona è molto ambita, vista anche la probabile riforma della legge elettorale, in particolare dai verdinani di Ala, che con la formazione del nuovo governo Gentiloni sono rimasti a bocca asciutta non riuscendo ad agguantare alcuna carica ministeriale di peso a differenza di quanto idealmente prospettato da Zanetti&co.

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