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Dal ’94 al 2011, diciassette anni di Governo e di “rivoluzione mancata”

Il miglior presidente degli ultimi 150 anni, l’uomo più perseguitato dalle procure, oppure la causa della più profonda crisi istituzionale e di credibilità che l’Italia abbia dovuto sopportare dal dopoguerra? La vita di Silvio Berlusconi è un susseguirsi di luci abbaglianti e tetre ombre, dai successi come imprenditore edile e televisivo, ai mai chiariti rapporti con la Mafia. Su di lui si sono scritti libri, saggi, girati film e steso centinaia di migliaia di articoli di giornale. Ripercorriamo i 17 anni in politica del Cavaliere.
A cura di Daniela Caruso
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Berlusconi 17 anni al governo

Silvio Berlusconi fa la sua discesa in campo nell'agone politica italiana nel lontano 1994. Oggi, a distanza diciassette anni, la sua carriera politica sembra volgere a termine. Imprenditore e politico, uomo carismatico che ha saputo affascinare le folle per anni con un linguaggio concreto e col sorriso dell'imbonitore sempre stampato in volto, ecco un breve sunto del suo ruolo fondamentale nel cambiamento della scena politica attuale. Dopo lo scandalo di Tangentopoli dei primi anni ’90, Berlusconi fonda Forza Italia, (1994): si tratta di un nuovo movimento politico di centro-destra, che si propone di rappresentare la parte moderata dell’elettorato italiano. Fin da subito, emerse l'anomalia della figura del Cavaliere e il famigerato conflitto di interessi: la massiccia concentrazione di potere mediatico in mano al Premier andava a scontrarsi con l’effettiva libertà di espressione e con il pluralismo informativo presente nel paese.

L'eleggibilità di Berlusconi fu sancita nel 1994 dalla Giunta per le elezioni, che respinse i tre ricorsi presentati subito dopo le elezioni che lo videro diventare nuovo presidente del Consiglio italiano il 27 marzo 1994. La sua candidatura fu sostenuta da diversi volti noti del piccolo schermo, soprattutto quelli delle reti Finivest. La capacità di influenzare l'elettorato tramite il potere mediatico portò il Parlamento a emanare regole per la par condicio, allo scopo di garantire pari visibilità a tutti i partiti politici durante le campagne elettorali.

Una delle accuse che vengono mosse fin da subito al Cavaliere è quella di far politica per interessi personali. La questione delle cosiddette leggi ad personam sarà una costante di ogni governo Berlusconi, accusato sistematicamente dalle forze di Opposizione di impegnare il Parlamento a emanare norme a uso e consumo del solo Primo Ministro: sia per salvarlo dai numerosi guai giudiziari, sia per agevolare le proprie aziende o quelle di alcuni esponenti della sua maggioranza. Berlusconi sarà coinvolto in decine di procedimenti penali, ma senza ricevere mai una condanna definitiva, anche grazie a prescrizioni e controverse depenalizzazioni dei reati a lui contestati.

Il primo Governo Berlusconi, però, ha vita breve. La Lega Nord ritira l’appoggio all'Esecutivo, portando a una crisi istituzionale combattuta a suon di accuse reciproche tra il Cavaliere e Umberto Bossi. Dopo le dimissioni del Premier il 22 dicembre 1994, l'allora ministro del Tesoro Lamberto Dini porta avanti un governo tecnico, privo dell'appoggio di Berlusconi.

Le elezioni del 1996 furono vinte dall’Ulivo con Romano Prodi, Berlusconi mantenne il ruolo di leader dell'Opposizione fino al 2001, anno in cui la coalizione di centro-destra della Casa delle Libertà (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega nord e diversi altri partiti di destra) vinse le elezioni. Prima del successo elettorale, Berlusconi mette in piede una massiccia campagna mediatica, presentando all’interno della trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa il cosiddetto Contratto con gli italiani. Il documento, firmato dallo stesso Berlusconi l’8 maggio 2001, é basato su cinque punti: abbattimento della pressione fiscale, introduzione del poliziotto o vigile di quartiere, aumento delle pensioni minime a 1 milione di lire al mese, inizio di lavori pubblici e opere atte a risolvere i problemi idro-geologici per le zone a rischio alluvione, calo della disoccupazione con l’introduzione di un milione e mezzo di posti di lavoro. Nel contratto era chiaramente esplicitato che se almeno uno di questi punti non fosse stato rispettato, Berlusconi si sarebbe impegnato a non ripresentarsi alle successive elezioni.

Il secondo Governo Berlusconi inizia formalmente l’11 giugno 2001 ed entra in crisi nel 2005 con le dimissioni del Premier. Il 22 aprile 2005, nasce il terzo Governo Berlusconi che dura circa un anno e mezzo, fino alla campagna elettorale del 2006. I leader dei due schieramenti si scontrano in diversi programmi tv, uno dei quali rimane nella storia per le dichiarazioni del presidente – che promette (in perfetto stile da tele-imbonitore) l'eliminazione dell’ICI sulla prima casa.

Nonostante le promesse del Premier e nonostante lo scandalo Unipol e le intercettazioni del leader DS Piero Fassino, la coalizione guidata da Romano Prodi vince nuovamente le elezioni, anche se con una manciata di voti di scarto. Inzialmente, Silvio Berlusconi non accetta il risultato elettorale e denuncia brogli, richiedendo il riconteggio dei voti.

Nel novembre del 2007, Berlusconi scioglie Forza Italia e dà vita al Popolo della Libertà con il memorabile discorso del predellino. Nel nuovo partito confluisce Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, mentre Lega Nord e Movimento per l'Autonomia garantiscono supporto di coalizione.

Nel 2008 – dopo la caduta anticipata del governo Prodi – il Pdl vince le elezioni con il 47% dei voti. Berlusconi si riconferma per la quarta volta Presidente del Consiglio. Nel 2009 Silvio Berlusconi viene colpito al viso con una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano a distanza ravvicinata da Massimo Tartaglia. Al Premier vengono riscontrate due fratture: una al setto nasale e l’altra a due denti dell’arcata superiore. Berlusconi non espone denuncia contro l’uomo, il quale viene dichiarato incapace di intendere e di volere.

Ma l'ultimo mandato del Cavaliere è contrassegnato da una serie di scandali di natura sessuale e da una durissima crisi economico-finaziaria che mette in ginocchio l'Italia intera e tutto il suo sistema produttivo. La credibilità del Paese sui mercati finanziari è messa a repentaglio anche a causa degli scandali di natura sessuale che coinvolgono Berlusconi negli ultimi anni di Governo.

Il sex-gate esplode nel 2009, quando Veronica Lario – al tempo moglie del Presidente Berlusconi – dichiara in un'intervista a Repubblica che il marito "frequenta minorenni". Le foto di Berlusconi alla festa di compleanno della giovane Noemi Letizia a Casoria nel Napoletano fanno il giro del mondo. Il Cavaliere nega qualsiasi relazione con la minorenne, ma pochi mesi dopo il fotografo Antonello Zappaddu pubblica su El Pais foto scattate in occasione di una vacanza deel Presidente nella sua residenza estiva di Porto Rotondo. Negli scatti erano ritratte ragazze in topless e il premier ceco Topolanek completamente nudo a bordo piscina.

Gli scatti sono sequestrati per violazione della privacy, ma a tambur battente scoppia il caso della escort Patrizia D’Addario. La donna deposita alla Procura di Bari le registrazioni di incontri avuti con Silvio Berlusconi, nell'ambito delle indagini sui rapporti dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini – indagato per associazione a delinquere e corruzione nel settore della sanità pugliese – con importanti uomini politici nazionali.

Un nuovo scandalo sessuale scoppia nel novembre del 2010, quando la minorenne Karima El Mahroug – alias Ruby Rubacuori, viene arrestata per furto e fatta rilasciare dalla Questura con l'intervento diretto di Berlusconi. Quando il caso arriva all'attenzione pubblica, Ruby dichiara di aver frequentato la casa del Premier e di aver ricevuto del denaro in occasione di incontri passati all'attenzione della cronaca con la denominazione "Bunga Bunga". La Procura della Repubblica di Milano, ritenendo che tali compensi derivassero da prestazioni sessuali, contesta a Berlusconi due reati: concussione e prostituzione minorile.

A un anno dall'esplosione del Ruby-gate, pesa su Berlusconi la mancanza di credibilità internazionale dell'Italia, sancita dalle recenti risate in conferenza stampa del presidente francese Nicolas Sarkozy e del cancelliere tedesco Angela Merkel.

La maggioranza perde pezzi e finanche una fedelissima come Gabriella Carlucci lo abbandona per passare all'Udc. E' giunto alla fine il lungo crepuscolo del Cavaliere, che ha segnato la storia italiana degli ultimi venti anni. Dopo le indiscrezioni sulle sue possibili dimissioni trapelate in mattinata, la borsa di Piazza Affari è tornata positiva, per poi crollare nuovamente dopo la smentita di Palazzo Chigi. Oggi il problema non è capire se e quando Berlusconi si dimetterà, ma quanto a lungo continuerà questa girandola tragicomica che sta trascinando il Paese alla rovina economica.

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