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Elezioni politiche 2018

D’Alema: “Renzi meschino, chi vota LeU elegge i nostri candidati, non Salvini”

D’Alema a Di Martedì replica al segretario del Pd Matteo Renzi: “Dire che chi vota LeU rischia di dare il voto ad un esponente di centrodestra è un argomento meschino”. Per Renzi chi vota LeU agevola invece Salvini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dichiarare che chi vota LeU rischia di dare il voto ad un esponente di centrodestra "è un argomento meschino, uno si dovrebbe presentare dicendo "votate per me, per le mie idee", non perché bisogna avere paura di un altro. Chi vota Leu, elegge i candidati di Liberi e Uguali. Nei collegi uninominali non c'è il voto disgiunto perché non lo ha voluto Renzi". Massimo D'Alema a di Martedì ha replicato alle parole pronunciate nello stesso studio dal segretario del Pd Matteo Renzi.

"D'Alema ha un obiettivo, che non è di agevolare la sinistra proletaria nel mondo, ma crea conseguenze molto semplici: ogni voto regalato a D'Alema favorisce i collegi del centrodestra" – questo è l'affondo si Matteo Renzi – "Ogni voto dato alla sinistra radicale in particolare al nord e al sud rischia di far scattare il seggio del centrodestra. Si arriva al paradosso che gente di sinistra se vota la sinistra radicale di D'Alema aiuta Salvini a fare il premier".

"Il centrosinistra ha perduto Roma ed era unito, non diviso, Genova, Torino e 100 città italiane. Ha perduto perché si era diviso dal suo popolo, dai lavoratori che non hanno più votato il centrosinistra che ha reso possibile il licenziamento anche senza giusta causa e dagli insegnanti che hanno considerato la buona scuola una umiliazione. Il centrosinistra vince se è unito al suo popolo", ha detto D'Alema. Poco prima Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, ha invitato proprio gli esponenti di LeU a rientrare nel Pd, perché fuori da quel partito non esistono. E il conduttore,Giovanni Floris ha chiesto a Renzi cosa ne pensasse: "questa è una puntata di Beautiful", ha scherzato Renzi.

E l'esponente di LeU spiega perché è stato costretto a uscire dal Pd: "Dovevamo far rivivere la sinistra, come precondizione per avere il centrosinistra. Il Pd era diventato un partito padronale. Se non rivive la sinistra il centrosinistra si riduce a Casini, perde la sua natura, diventa altra cosa, rispettabilissima ma altro"E sull'appoggio di Prodi alla lista "Insieme", che pensa sia importante oggi appoggiare il centrosinistra, D'Alema ha detto: "Prodi ha detto la sua e che usciva dalla campagna elettorale. Io ho detto la mia, credo non sia il caso di polemizzare. Prodi pensava anche che si sarebbe votato sì al referendum ma il 60% italiani ha detto no. Il dono dell'infallibilità l'ha solo il papa". 

Poi parla della legge elettorale, che giudica un "pasticcio": "La legge elettorale è orribile, è un'enorme pasticcio, ci saranno il 4-5% di schede sbagliate. E stata imposta da Gentiloni con 8 voti di fiducia, non è giusto". E sul premier ha detto: "Gentiloni è sicuramente una persona più garbata dal suo predecessore ed è stato avvantaggiato dal confronto con lui". E poi ha concluso: "Credo che le elezioni non le vincerà nessuno, nessuno avrà il 51% dei voti. Vedrà il capo dello Stato cosa fare. Uno può avere tutti gli scenari ma chi ha il potere di decidere è il presidente della Repubblica".

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