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Turismo, il passaporto sanitario che certifica i vaccinati per rilanciare il settore

Dopo i dati Istat che raccontano il crollo del comparto turistico nel nostro Paese, gli operatori spingono per l’istituzione del passaporto sanitario dopo la vaccinazione. Strumento che certificherebbe l’assenza del Covid-19 nel viaggiatore e che potrebbe rilanciare un settore travolto dalla crisi.
A cura di Redazione Cultura
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Un tema destinato a far discutere nei prossimi mesi: il passaporto sanitario che servirà per gli spostamenti internazionali e per i viaggi delle persone tra frontiere e dogane nazionali. Uno degli strumenti auspicati dagli operatori del settore turistico per rilanciare il settore, uno dei più colpiti in tutto il mondo, soprattutto nel nostro Paese, dove il comparto legato a turismo e vacanze ricopre il 13% del PIL. Proprio i dati Istat sul turismo in Italia diffusi ieri raccontano un 2020 drammatico: tra gennaio e settembre la presenza è calata del 50,9%, per un totale di 192 milioni di turisti in meno nelle strutture ricettive. Solo in estate sono stati persi più di 74 milioni di clienti. Numeri azzerati durante il lockdown, quando il calo ha superato il 90%.

Secondo quanto dichiarato ieri dal viceministro alla salute, Pierpaolo Sileri, quindi, l'istituzione del passaporto sanitario potrebbe essere presa in seria considerazione dal governo: “È uno sviluppo possibile” ha dichiarato il numero due del ministro Roberto Speranza. “È molto probabile che nel prossimo futuro per svolgere diversi tipi di attività sarà richiesto di comprovare l’avvenuta somministrazione del vaccino“, ha aggiunto. “Non è però un tema di competenza esclusivamente interna: istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale. Già ora, una volta effettuata, viene rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione” ha chiarito Sileri.

Il passaporto sanitario richiesto da compagnie aeree e operatori turistici potrebbe essere uno strumento in grado di certificare lo stato di salute dei passeggeri, tramite un app, nel momento in cui il viaggiatore straniero si presenta nel paese di arrivo e in questo modo potrebbe, nel 2021, riavviare la macchina al momento bloccata del turismo internazionale.

L'istituzione di questo passaporto sanitario (o di un documento che certifichi l'assenza della patologia Covid nel turista) in ogni caso dovrebbe arrivare dopo una seria campagna di vaccinazione di massa, e manterrebbe diversi aspetti critici di dubbia risoluzione. Non solo perché un documento del genere rischierebbe di mettere in seria discussione alcune delle libertà fondamentali delle persone, ma soprattutto perché i più giovani (che saranno vaccinati più tardi) verrebbero in questo modo discriminati. Cosa che accadrebbe anche verso i viaggiatori dei paesi più poveri, dove il vaccino arriverà sicuramente in ritardo.

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