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Teatri chiusi, Conte replica a Muti: “Senza chiusura 1 milione di positivi tra 20 giorni”

Dopo le proteste del mondo dello spettacolo dal vivo e della cultura per le misure contenute nel Dpcm che chiudono teatri, cinema e sale da concerto, il premier Giuseppe Conte replica al maestro Riccardo Muti che aveva definito “grave” la chiusura serale delle sale. “Abbiamo sospeso le attività di ristoranti, cinema e teatri. Così si è meno incentivati a uscire di casa”.
A cura di Redazione Cultura
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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte risponde al maestro Riccardo Muti in merito alla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto. Quest'ultimo ieri, dalle colonne del Corriere della Sera, aveva definito nella sua lettera al premier una "decisione grave" chiudere le manifestazioni culturali, già duramente colpite dai mesi di lockdown nella primavera scorsa e che difatti avevano appena riaperto i battenti. Nella replica il premier ha dichiarato che quella di chiudere teatri, cinema e sale da concerto è stata una decisione “particolarmente sofferta“:

Siamo stati costretti a prenderla perché l’obiettivo primario deve essere adesso recuperare il controllo della curva epidemiologica ed evitare che la sua continua ascesa possa compromettere l’efficienza del nostro sistema sanitario e, con esso, la tenuta dell’intero sistema sociale ed economico. È una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo – artisti, musicisti, autori, imprenditori, tecnici, lavoratori – stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi.

Sulle accuse piovute sulla scelta del Governo di mettere un freno al motore economico-sociale del Paese con le misure contenute nell'ultimo Dpcm, il Presidente del Consiglio ha ribadito la necessità di porre un freno alla curva dei contagi, puntando molto alla decongestione del trasporto pubblico:

Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente. Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi. Con lo smart working e il ricorso alla didattica a distanza nelle scuole secondarie di secondo grado, puntiamo a ridurre momenti di incontri e soprattutto l’afflusso nei mezzi di trasporto durante il giorno, perché sappiamo che è soprattutto lì che si creano affollamenti e quindi occasioni di contagio. Acquistare subito centinaia di nuovi mezzi pubblici è impossibile, per questo andava decongestionato il sistema del trasporto pubblico agendo su scuola e lavoro e altre occasioni di uscita come lo sono l’attività sportiva in palestre e piscine.

Per quanto riguarda nello specifico la decisione di chiudere teatri, cinema e sale da concerto, Conte entra nel merito delle proteste arrivate a tutto ieri da esponenti molto importanti del mondo dello spettacolo dal vivo, tra cui il direttore d'orchestra Riccardo Muti:

Stessa cosa abbiamo fatto la sera, abbiamo ridotto tutte le occasioni di socialità che spingono le persone a uscire nelle ore serali e a spostarsi con i mezzi pubblici. Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti. Ecco perché abbiamo sospeso le attività di ristoranti, cinema e teatri. Così si è meno incentivati a uscire di casa.

Lo scopo, dichiara il premier, è abbattere la curva dei contagi. Unico obiettivo possibile in questo momento:

Se i provvedimenti del Dpcm non si riveleranno efficaci, tra 20 giorni c’è il rischio di trovarsi di fronte a una rapida impennata della curva dei contagi e a 990mila casi positivi, con oltre 60mila ricoverati, di cui 5.700 in terapia intensiva e 500 decessi giornalieri. È la previsione fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università e del Policlinico di Pavia, del Politecnico di Milano e delle Università di Udine e di Trento.

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