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Storia del Presepe, dalle origini ad oggi: perché si chiama così e il significato della tradizione di Natale

Origini del presepe: da San Francesco a Greccio nel 1223 nasce la tradizione che porta la Natività nelle case, evolvendosi fino ai presepi moderni.
A cura di Vincenzo Nasto
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Presepe, via Getty Images
Presepe, via Getty Images

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, è comparso il presepe nelle abitazioni cristiane: una tradizione profondamente radicata soprattutto nella nostra penisola, che raffigura la nascita di Gesù a Betlemme. La sua origine risale al Medioevo, ma la figura storica che ha rivoluzionato il concetto del presepe è sicuramente San Francesco d’Assisi, nel XIII secolo. Il termine presepe, derivato dal latino “praesaepe, indicava proprio la mangiatoia o il luogo in cui venivano custoditi gli animali.

Presepe 2, via Getty Images
Presepe 2, via Getty Images

Le origini del presepe: San Francesco e la nascita della tradizione

Come anticipato, la trasformazione del presepe nell’immaginario collettivo comune avviene nel 1223, quando San Francesco d’Assisi organizza il primo presepe vivente mai documentato. In un piccolo borgo laziale, Greccio, l’uomo decise di riprodurre con dimensioni umane la nascita di Gesù: un tentativo di mostrare ai credenti e non le sue umili origini. All’operazione scenografica si accompagnò anche una messa notturna.

Perché si chiama “presepe” e le origini del nome

Il termine presepe ha origini latine: deriva da "praesaepe", che significava mangiatoia o era il modo in cui veniva definito il luogo in cui riposavano gli animali. La scelta del termine evidenzia il conflitto tra il potere di un Dio e le sue umili origini: la nascita avviene in un luogo destinato agli animali.

La diffusione del presepe: dal presepe vivente di Greccio al resto del mondo

La prima rappresentazione vivente di Greccio aprì le porte a una grande diffusione nell’occidente cristiano del presepe, anche con diverse dimensioni. I primi presepi vennero allestiti soprattutto nelle chiese, con raffigurazioni di piccoli paesini e figure scolpite in legno e terracotta. Già nell’epoca barocca, l’eleganza del presepe e la ricercatezza dei suoi modelli costituirono un forte status, soprattutto nelle corti europee. La complessità e la monumentalità di queste costruzioni richieste dalle grandi famiglie non fermò la dimensione popolare della tradizione: il presepe comincia a entrare nelle case delle famiglie e non solo più nei luoghi di culto.

Le evoluzioni del presepe: le statuette e il presepe napoletano

L’evoluzione e la ricercatezza estetica dei modellini nei presepi spinse l’apertura di scuole d’artigianato specializzate proprio nella realizzazione di figure sacre. Tra queste tradizioni compare anche il presepe napoletano, nato tra il XVII e il XVIII secolo. A rendere il presepe napoletano una delle eccellenze, tuttora, della città è la complessità dei dettagli e la raffigurazione di scene quotidiane risalenti alla città in quegli anni. Ma non solo: viene introdotta anche una visione che non pone confini alla mediazione tra sacro e profano. La sacra famiglia è ancora il soggetto principale, ma attorno a loro compaiono manovali, ma anche nobili, mercanti e agricoltori. Insomma, una rappresentazione attualizzata della Natività.

Presepe 3, via Getty Images
Presepe 3, via Getty Images

Le figure principali del presepe: ruoli e significato

Le figure del presepe hanno un ruolo molto preciso, abbinato a un significato simbolico. La sacra famiglia rappresenta non solo il centro della scena, ma è importante anche definire i personaggi. Gesù simboleggia la luce che arriva nel mondo, protetto da Maria, simbolo di amore e accoglienza, e Giuseppe, rappresentazione terrena di protezione e umiltà. A loro si legano gli angeli, che rappresentano la gioia celeste, annunciando la nascita di Cristo. A seguire, il bue e l’asinello che, come i pastori, rappresentano la semplicità che viene a contatto con il messaggio divino, e infine i Re Magi. I tre rappresentano l’apertura al mondo orientale del credo cristiano, con le offerte — oro, incenso e mirra — che simboleggiano rispettivamente regalità, divinità e sacrificio.

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