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Perché per capire Tenet di Christopher Nolan basta andare a Pompei

“Tenet” è la parola latina che dà il titolo all’ultimo film di Christopher Nolan, presente in un’iscrizione che si trova su un gran numero di reperti archeologici chiamata “Quadrato del Sator”. Il più antico esempio di questo reperto è stato rinvenuto negli scavi archeologici di Pompei e per alcuni ha connotazioni magiche…
A cura di Redazione Cultura
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In molti, dopo aver visto ‘Tenet‘, l'ultimo film di Christopher Nolan, si stanno chiedendo a cosa è dovuta quella sensazione di stordimento in cui una storia così ricca di indizi e riferimenti può ingabbiarti. Nel film del regista di "Memento" e "Inception", campione di incassi al box office di questa settimana,  il racconto è basato sullo scorrere del tempo in due direzioni, motivo per cui assume un certo rilievo il palindromo, cioè quelle parole o frasi che suonano allo stesso modo se lette da sinistra a destra e viceversa, proprio come la parola "tenet". Roba da Stefano Bartezzaghi o Umberto Eco.

Non a caso, "tenet" è una parola latina (terza persona singolare del presente di "teneo": tenere, conservare, reggere) presente in un'iscrizione che si trova su un gran numero di reperti archeologici, anche nel nostro Paese. Ce n'è uno sulla fiancata Nord del Duomo di Siena, nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma o agli scavi di Pompei, vicino alla Costiera Amalfitana dove Nolan ha ambientato diverse sequenze del film. In particolare a Pompei, nella Palestra Grande del più importante parco archeologico del nostro Paese, fu ritrovata circa un secolo fa la più antica iscrizione di quello che viene chiamato Quadrato del Sator, un quadrante da alcuni ritenuti addirittura magico e che ha molto a che fare con il film di Nolan al cinema. Vediamo perché.

Che cos'è il Quadrato del Sator

Iscrizione ritrovata a Pompei del "Quadrato del Sator"
Iscrizione ritrovata a Pompei del "Quadrato del Sator"

Il Quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas. La loro giustapposizione, nell'ordine indicato, dà luogo per l'appunto a un palindromo, la "parola che corre all'indietro". Al centro del quadrato di Sator, sia in verticale che orizzontale, c'è la parola "tenet". L'iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate.

Il significato del quadrato magico in ‘Tenet' di Nolan

Quadrato del SATOR sul fianco nord del Duomo di Siena
Quadrato del SATOR sul fianco nord del Duomo di Siena

Veniamo al significato delle parole del Quadrato del Sator e al loro ruolo nel film di Christopher Nolan. Nel lungometraggio, infatti, oltre "tenet", anche le altre quattro parole sono parte fondamentale degli ingranaggi del film. Sator ("seminatore", "creatore") è il nome del personaggio di Kenneth Branagh, il "cattivo" di origini russe. Arepo, invece, da sempre considerata la parola di più difficile comprensione, nel film è il nome dell'artista spagnolo autore del quadro all'origine della sottotrama di Sator e sua moglie Kat. Tenet, come abbiamo detto, è la terza persona singolare del presente di "teneo" e nel film è il nome dell'iniziativa basata sull'inversione dell'entropia che consente di muoversi in entrambe le direzioni temporali. Opera, infine, è il luogo della sequenza che apre il film: il Teatro dell'Opera di Kiev, mentre Rotas ("ruote") è il nome dell'azienda responsabile della sicurezza dei quadri custoditi nel "freeport" all'aeroporto di Oslo.

Il Quadrato del Sator a Pompei

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A Pompei, nel novembre del 1936, un noto studioso di graffiti italiano, Pompeo Della Corte, scoprì il seguente "quadrato" graffito in una colonna della Grande Palestra, non distante dall'Anfiteatro. Già nel 1925, nella casa di Paquio Proculo, durante i primi scavi a Pompei era stato rinvenuto un altro quadrato del Sator, ma incompleto. Con questi ritrovamenti venivano dunque a cadere l’ipotesi cristiana. L'iscrizione a Pompei ha avuto grande importanza negli studi storici relativi alla frase palindroma, perché fu certamente inciso prima dell'eruzione del 79 d.C.. A partire da questi ritrovamenti, il quadrato del Sator viene anche detto "latercolo pompeiano".

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