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Oggi ricordiamo il maestro di ballo del Teatro dell’Opéra di Parigi Léo Staats

Il poliedrico artista parigino Léo Staats, morto sessantacinque anni fa, ha lasciato in eredità i défilé alle scuole di ballo del Teatro dell’Opéra di Parigi e del San Carlo di Napoli.
A cura di Massimiliano Craus
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Léo Staats all'Opéra di Parigi
Léo Staats all'Opéra di Parigi

Nato a Parigi centoquaranta anni fa, il ballerino, coreografo e maestro di ballo Léo Staats è cresciuto artisticamente nelle fila del Teatro dell'Opéra di Parigi, cominciando con la Scuola di Ballo e scalando le gerarchie fino a danzare a Palais Garnier nella compagine di balletto. Eppure il suo nome è ancora oggi ricordato per l'incarico di maestro di ballo proprio al Teatro dell'Opéra per un trentennio circa, a partire dal 1907. Partner della prima ballerina milanese Carlotta Zambelli, Léo Staats ha coniugato proficuamente soprattutto la propria duplice attività di coreografo e maestro di ballo, scegliendo una didattica molto più sulla scena rispetto ai propri colleghi coevi e precedenti.

La base dell'insegnamento di Léo Staats è stata proprio la coreografia. A cominciare da "Javotte" sulle musiche di Camile Saint-Saens, "Contes de ma mère l'oie" di Maurice Ravel, "Cydalise et le Chèvre Pied" di Gabriel Pierné e "Soir de fete" di Leo Delibes, senza tuttavia dimenticare almeno altri diciotto balletti coreografati tra il 1908 ed il 1936. Un repertorio personale che ha arricchito la copiosa mole di ballerini e ballerine in erba che hanno riempito le sale e hanno interpretato in scena i dettami di Léo Staats. Da quell'esigenza didattica ne è scaturita la padronanza nella rivisitazione di almeno tre balletti del repertorio ottocentesco quali la "Namouna" di Lucien Petipa, "Sylvia" di Luois Merante e "La Peri" di Jean Coralli.

Il passo dal masterpiece "Soir de fete" di Léo Staats ai défilé della Scuola di Ballo del Teatro dell'Opéra di Parigi e, di recente, del Teatro di San Carlo di Napoli è più breve di quanto si possa immaginare. Il divertissement più apprezzato del maestro parigino, sulle musiche di Leo Delibes e le scene di Valdo Barbey, fu rappresentato per la prima volta a Palais Garnier nel 1925 con i protagonisti Olga Spessivtseva e Gustav Ricaux. "Soir de fete" è un arrangiamento de "La Source" ed è divenuto in brevissimo tempo il balletto più famoso di Léo Staats, replicato addirittura trecento volte nel solo 1961! Un titolo destinato a restare nella storia della danza assieme a quei défilé che lo stesso Léo Staats aveva pensato per le Scuole di Ballo alla fine del corso di studi.

Teatro di San Carlo di Napoli - défilé 2016, ph. Francesco Squeglia
Teatro di San Carlo di Napoli – défilé 2016, ph. Francesco Squeglia

E lo scorso 30 giugno, sul palcoscenico del Teatro di San Carlo di Napoli, il neodirettore francese della Scuola di Ballo Stephane Fournial ha riproposto quel défilé tanto caro a Léo Staats ed alla storia del Teatro dell'Opéra di Parigi. Ovvero uno spettacolo nello spettacolo, un défilé di giovani talenti pronti a misurarsi con pas de deux, pas de trois e variazioni delle coreografie salienti del repertorio. Proprio come Stephane Fournial ha voluto per i suoi ragazzi, con l'audacia mostrata nell'abbandonare il più rassicurante "saggio-spettacolo" e saltare nel buio del passato tanto caro a Léo Staats. Come lo stesso direttore della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli Stephane Fournial ha ammesso,

la tradizione di un'accademia classica va rispettata e rinnovata di anno in anno. Del resto il mio approccio vuole essere continuativo rispetto ad un blasone che ha fruttato risultati straordinari ed incontestabili così, a maggior ragione, vorrei riportare la mia scuola napoletana ai vertici attraverso il recupero della vincente tradizione classica. A cominciare dai défilé di fine anno accademico, l'unica occasione per mostrarsi davvero in toto seppur in punta di piedi.

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