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ntS’: un nuovo teatro nel rione Sanità di Napoli

Il Nuovo Teatro Sanità, aperto appena due mesi fa, si propone come polo artistico e culturale di uno dei più storici quartieri di Napoli.
A cura di Simone Petrella
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nuovo teatro sanità

In un periodo di crisi generale e culturale, di chiusura sistematica di spazi dedicati all'arte, suona come una nota positiva l'apertura di un nuovo teatro. A maggior ragione se è aperto in un rione storico e complesso come la Sanità, a Napoli.

Scenario di pièce teatrali celebri come "Il sindaco di rione sanità" di Eduardo De Filippo, questo rione è noto anche per aver dato i natali a Totò e per aver ospitato film come "L'oro di Napoli" e "Ieri, oggi, domani"; un rione popolare e dall'enorme ricchezza umana nel quale da quarant'anni non esisteva più né un cinema né un teatro di riferimento per gli abitanti della zona. Questo fino a due mesi fa, quando alcuni membri dell'associazione "Sott'o ponte", nata come gruppo amatoriale nel '92 ma poi negli anni successivi attiva sul territorio con laboratori per i ragazzi, ha aperto l'ntS' – Nuovo Teatro Sanità – che da ottobre, sotto la direzione artistica di Mario Gelardi e la direzione generale di Vincenzo Pirozzi, si aprirà al pubblico con un cartellone annuale. Verranno affrontati generi teatrali diversi, dai classici al teatro civile, dai più noti autori nostrani al teatro di ricerca, il tutto con il proposito di non creare un teatro d'élite, ma uno spazio culturale accessibile a tutti.

Il Nuovo Teatro Sanità è dedicato alla memoria di Sissy Liguori, ragazza scomparsa tragicamente, il cui padre ha agito in prima linea al fianco dell'associazione perchè il progetto vedesse la luce.

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Ciò che convince del progetto è soprattutto il rapporto già esistente con il territorio; a differenza di altri teatri che cercano di insediarsi nei quartieri spesso senza riuscirci e che rimangono piccole isole di riferimento di un pubblico proveniente da altre zone, l'ntS' sembra invece essere nato con radici ben piantate nel rione, avendo in primis coinvolto i figli degli abitanti in laboratori di danza, recitazione e mimo fino ad ottenere una platea disposta a seguire anche eventi che non coinvolgano più direttamente i propri parenti prossimi.

L'iniziativa non è stata supportata da nessuna istituzione pubblica, sono gli interventi di singoli privati e del parroco Antonio Loffredo che hanno consentito di portare a termine il progetto; ora bisogna sperare che l'ntS' riesca ad andare avanti, avvicinando il pubblico a una forma d'arte che rischia altrimenti di essere messa lentamente da parte o di essere ridotta a pochi, poveri modelli espressivi; bisogna anche sperare che il tentativo di integrazione tra quartieri e teatro possa espandersi ad altri rioni della città in cui l'adesione potrebbe essere la stessa, purchè l'operazione si basi su un sincero tentativo di condivisione e non invece di colonizzazione culturale.

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