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Michela Murgia: “Il tumore mi ha allungato la vita, intanto ho fatto testamento”

Michela Murgia ha diretto l’ultimo numero di Vanity Fair a cui ha anche rilasciato un’intervista in cui parla della malattia, della famiglia queer, di testamento e del padre.
A cura di Redazione Cultura
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Michela Murgia in copertina su Vanity Fair
Michela Murgia in copertina su Vanity Fair

Michela Murgia torna a parlare a Vanity Fair di cui ha diretto il prossimo numero in edicola e a cui ha concesso una lunga intervista che ha toccato vari punti. Murgia è stata scelta per il numero che esce nel mese del Pride e dedicato alle famiglie queer, termine con cui si intende "tutte le forme di relazione stabile che non rientrano nella famiglia ‘tradizionale' riconosciuta dalla legge italiana". Una lunga intervista che sarà presente interamente nel prossimo numero, in cui la scrittrice, nelle librerie con il suo ultimo libro "Tre ciotole", pubblicato da Mondadori, racconta la sua famiglia queer, il rapporto assente col padre, la malattia e il testamento, tra le altre cose.

Qualche settimana fa la scrittrice ha svelato di avere un tumore ai reni al quarto stadio, nel suo caso incurabile, scegliendo di curarsi con un'immunoterapia "a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario" con la speranza di poter guadagnare qualche mese in più di vita. Nei giorni scorsi, dopo essere stata in giro a presentare il libro, però, Murgia ha annunciato di volersi prendere una pausa dagli appuntamenti pubblici, così da potersi dedicare alla famiglia, e sui suoi social continua, però, la sua attività da attivista, dicendo la sua sui temi a lei cari. A Vanity ha spiegato di definire la sua famiglia ibrida e non "non convenzionale", essendo famiglie molto diffuse anche se non ce ne rendiamo conto: "le persone hanno esigenze che gestiscono inventandosi rapporti che possano soddisfarle. Non esiste un nome per questa creatività degli affetti".

Murgia ha quattro figli che sono entrati nella sua vita in momenti diversi nell'arco di una ventina d'anni: "Abbiamo mantenuto delle relazioni più o meno vicine in anni diversi ma nei momenti di transizione importanti erano tutti presenti in modo parentale" attivando una co-genitorialità mutevole, come dice, spiegando anche come i suoi rapporti vadano al di là delle etichette: "Quello con Claudia è un rapporto difficile da spiegare, perché noi ci amiamo profondamente. Molti giornali hanno titolato: “Michela Murgia fa coming out”, noi abbiamo riso, sono stata anche con donne nella vita, ma tra queste non c’è stata Claudia. Abbiamo condiviso il figlio come due donne che si passano una responsabilità". Murgia ha anche parlata dell'assenza del rapporto con suo padre, che non ha perdonato perché non lo ha mai visto pentirsi.

La scrittrice ha parlato dell'unica volta che si è innamorata, aveva passato i 40 anni: "Dicevo a me stessa: non ti succederà mai perché sei superiore. Invece mi sono presa a calci nel sedere da sola quando ho capito di essermi innamorata". L'obiettivo, oggi, è essere felice e "non fare stare male le persone che amo". Della malattia spiega che non ne ha paura, che pensava di morire quando fu trasportata d'urgenza in sala operatoria e che tutto quello che è successo da quel momento è, alla fine, una buona notizia: "Quando mi sono ripresa e sono uscita, quando è arrivata la diagnosi del tumore era una buona notizia, perché avevo ancora tempo, perché non sarei morta in terapia intensiva". La vera paura è il dolore anche perché dalla vita ha avuto tutto ciò che voleva: "sto facendo le cose che volevo, sto amando le persone che ho voluto, ho scritto i libri che ho voluto. Quanti possono dire: ‘Tutto quello che volevo fare, l’ho fatto?'". Resta al massimo il viaggio in Corea per conoscere i BTS, grande passione della scrittrice, amatissima dall'ARMY, ovvero la fandom della band.

Murgia ha anche chiuso la questione testamento, che ha redatto assieme all'avvocata Cathy La Torre e con Claudia al suo fianco, così da poter decidere assieme le questioni relative ai figli. È un momento divertente quello che racconta la scrittrice:

Tutto il mio armadio va in capo a Tagliaferri che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria. Non ho mai amato l’oro e nemmeno l’argento, ma tutte le cianfrusaglie che ho accumulato nella vita peseranno circa trenta chili. La cosa buffa è stata la richiesta di Alessandro. Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community. Chiara Valerio invece non ne vuole sapere niente, lei è nella fase rifiuto, dice: “Io voglio trattarti da viva fino all’ultimo giorno, io voglio far finta che questi preparativi verso la morte non esistano”. È il suo modo di proteggersi dal pensiero della perdita

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