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Game of Thrones: aspettando l’ottava stagione, ecco come è nato il romanzo George R. R. Martin

Il 14 aprile si concluderà una delle serie tv più seguite e appassionanti degli ultimi anni: “Game of Thrones” sta per giungere all’atteso epilogo, e si scoprirà finalmente chi vincerà il perverso gioco del trono. Ma nel romanzo le cose sono molto diverse: la lunghissima saga di George R. R. Martin è molto lontana dalla conclusione. E nell’attesa, ecco come tutto è cominciato, ventotto anni fa.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il 14 aprile 2019 uscirà l'ottava stagione della serie tv "Il trono di spade", tratta dalla saga "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di George R. R. Martin.
Il 14 aprile 2019 uscirà l'ottava stagione della serie tv "Il trono di spade", tratta dalla saga "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di George R. R. Martin.

L’attesa è (quasi) finita: il 14 aprile 2019 assisteremo all’ottava stagione di “Game of Thrones. È stata una lunga attesa, degna di un’opera letteraria altrettanto lunga. Mentre quest’ultima stagione televisiva metterà fine alle vicende di Westeros infatti, per quello che riguarda i libri si dovrà attendere ancora un po’ per poterne leggere l’epilogo. Gli appassionati della saga di George R. R. Martin vivono da mesi nell'angoscia di poter sapere chi, o “cosa”, vincerà il gioco del trono: ma tutti sanno com'è iniziata, e come si è evoluta, una delle saghe più famose dei nostri tempi?

Ventotto anni fa Martin immaginava il primo personaggio

In Italia la prima parte del romanzo, dal titolo “Il trono di spade”, esce nel 1999, quattro anni dopo la pubblicazione negli Stati Uniti. Nell'aprile del 2000 arriva anche la seconda parte, “Il grande inverno”, che completa così il primo libro della lunga saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, dal titolo “Il Gioco del Trono”: un’opera che, nelle intenzioni di Martin nasce come una trilogia, in perfetto stile tolkieniano, ma che negli anni si è ampliata fino a raggiungere ben sette libri (fino ad ora abbiamo avuto il piacere di leggerne soltanto cinque).

George R. R. Martin inizia a scrivere le prime pagine di questa immensa saga nel 1991, ormai ventotto anni fa. L’ispirazione arriva all'improvviso, mentre è alle prese con la stesura di un altro romanzo di fantascienza, “Avalon”, mai completato. “Improvvisamente ho visto quella scena. Non apparteneva al romanzo che stavo scrivendo, ma mi è balzata in mente così vivida che ho dovuto sedermi e scriverla di getto, e quando avevo finito, mi aveva condotto al secondo capitolo”: la scena di cui parla l’autore è quella di un giovanissimo ragazzo che trova dei cuccioli di meta-lupo nella neve. Emblematico, per quello che è lo sviluppo successivo del racconto, questo primo elemento diede vita ad un’infinita varietà di personaggi e ambientazioni: tre anni dopo Martin aveva scritto le prime cento pagine, e nel 1996 tutte le 1088 che compongono il primo capitolo della saga, pubblicate quello stesso anno negli Stati Uniti dalla Bantam Books.

Game of Thrones: solo una piccola parte della storia

Per gli appassionati della serie tv della HBO che sono ancora digiuni del romanzo, ventotto anni potrebbero sembrare davvero tanti per elaborare una storia come quella del Trono di Spade: ma guardando all'intricatissimo mondo letterario di Martin, non lo sono affatto. La serie televisiva infatti, già nel titolo, riprende solo una parte di quelle che sono le vicende che coinvolgono il mondo di Westeros, pur essendo ormai andata molto oltre la storyline del romanzo.

A Game of Thrones, A Clash of Kings, A Storm of Swords, A Feast for Crows, A Dance with Dragons e, non ancora pubblicati, The Winds of Winter e A Dream of Spring: 4362 pagine ancora da completare a fronte delle 1362 della trilogia de Il Signore degli Anelli (pagina più pagina meno, a seconda delle edizioni). Il fantasy “oscuro e cinico” di George R. R. Martin, nei libri, è molto più articolato di quello che si potrebbe pensare: la serie tv è riuscita a restituire la complessità di alcuni personaggi, penalizzandone però molti altri, e a rendere epici alcuni episodi che nel libro non sono nemmeno ancora accaduti.

Fra libro e serie tv: perché continuare a leggere?

Molti personaggi importantissimi nell'economia generale della storia mancano nella serie tv, anche per ovvie ragioni di “brevità”, ma soprattutto per la necessità di rendere scorrevole una storia che non lo è affatto. Mancano molti dei racconti della vecchia Nan, che nel libro contribuiscono a suggerire elementi fondamentali nella chiarificazione di alcune vicende, così come totalmente assenti sono personaggi come Lady Stoneheart e Arianne Martell, mentre altri hanno cambiato addirittura nome (Asha, alias Yara Greyjoy).

Gli eventi raccontati dai romanzi sono inoltre molto “in ritardo” rispetto a quelli coperti dalla trama televisiva: una volta ultimata la visione dell’imminente ottava stagione, gli appassionati sapranno già come finisce la storia anche se nel libro siamo a mala pena a metà del racconto. Basta pensare che le pagine del romanzo non si sono ancora nemmeno lontanamente avvicinate ad uno degli avvenimenti più spettacolari della serie, la memorabile “Battaglia dei Bastardi”. Molti si sono chiesti, negli anni, che senso abbia continuare a leggere un libro di cui si conosce (anzi, si conoscerà presto) l’epilogo: la risposta più semplice è che, una volta entrati nel mondo di George R. R, Martin, è difficile uscirne.

 

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