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Fuorisalone 2013: la mostra evento ‘Hybrid Architecture & Design’

In occasione della Milano Design Week, i cortili e i portici dell’Università Statale di Milano accoglieranno in mostra, fino al 21 Aprile, le installazioni dei più noti architetti e designers in collaborazione con le eccellenze della produzione internazionale: da Steven Holl a Daniel Libeskind, da Mario Cucinella a Michele De Lucchi.
A cura di Clara Salzano
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Il Fuorisalone (o Milano Design Week), l'evento annuale dedicato ad arredamento, arte e disegno industriale, che anima le strade del capoluogo lombardo in concomitanza con il Salone del Mobile, rappresenta ormai un appuntamento unico a livello internazionale che ognuno, a prescindere dall’interesse specifico alle tematiche del progetto, percepisce come happening trasversale, spettacolare e imperdibile. L’evento, nato per iniziativa della Rivista mensile Interni nel 1990, ha superato, dal punto di vista dell’interesse culturale e di sperimentazione, i confini della mostra-mercato istituzionale, portando in modo capillare e festoso il progetto di design nella città milanese.

Università degli Studi di Milano

Quest’anno Interni promuove ‘Hybrid Architecture & Design', una mostra evento, patrocinata dal Comune di Milano e da Expo2015, e co-prodotta dalla Fondazione BE OPEN e iGuzzini, che invade i cortili della Statale di Milano con una serie di opere site-specific al limite tra tecnologie avanzate e design tradizionale. La mostra è dedicata al tema del métissage nel progetto d’architettura e di design, ed ispirata dalle osservazioni del sociologo francese Michel Wieviorka: «L’incontro tra diverse culture talvolta scatena processi d’influenza reciproca e di cambiamenti che creano forme culturali originali. Il métissage, lo scambio culturale, autorizza la produzione della differenza nell’ottica dell’incontro e della relazione tra i singoli individui, i quali vivono nell’ambivalenza dell’appartenenza a molteplici identità». Qui il concetto di ibridazione è interpretato come incontro di culture e tecnologie capace di generare risposte alle incognite e ai problemi del mondo contemporaneo.

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Il tema sicuramente non brilla per originalità (se ne parla ormai da anni), ma Hybrid Architecture & Design attiva un dialogo stimolante tra progettisti e aziende, che si concretizza in nuove forme di comunicazione interculturale. Numerosissimi i nomi di designer, architetti e aziende che esprimono la loro visione attraverso padiglioni micro-architettonici sperimentali o macro-oggetti negli spazi dell’Ospedale Maggiore (oggi Università Statale di Milano), monumentale complesso ospedaliero, chiamato popolarmente dai milanesi Ca’ Granda, fondato nel 1456 da Francesco Sforza, per riunire in un solo grande edificio i numerosi piccoli ospedali sorti qua e là per la città, e il cui progetto fu affidato al Filarete. Ogni opera site-specific è collocata in un diverso luogo del Complesso.

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Nel Cortile d’Onore Daniel Libeskind, figura di riferimento internazionale dell’architettura e dell’urban design, crea ’Beyond the Wall’: una struttura che si sviluppa lungo una spirale policentrica, aprendosi a una pluralità di direzioni lungo molteplici traiettorie, così come l’architettura deve interagire con una pluralità di idee, discipline, desideri e ambizioni. Una spirale policentrica che tende propulsivamente verso un sorprendente zenit. Il rivestimento esterno della parete propone una geometria che dà forma a un motivo frattale che richiama la Sezione Aurea. Il motivo è parte integrante dell’architettura della parete, che porta con sé la struttura logica e la proporzione della scala modulare. Una sorta di scheggia penetra la figura: è la sovrapposizione di un motivo che rompe la scala e dissolve la forza dei piani che, torcendosi, tendono verso l’alto. È un mosaico matematico, una rete mobile che scorre e s’interrompe senza mai ripetersi: è il ‘frattale’, un concetto moderno di piastrella. La finalità è trovare il simile che mai torna a ripetersi, e per questa ragione il rivestimento deve essere a-periodico. S’incastra e si fissa assieme in un’infinita logica aperta, creando come una rete, cosicché il rivestimento possa crescere come fosse una ramificazione.

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Steven Holl, considerato tra gli architetti statunitensi di maggior calibro internazionale, nel Cortile del 700 ha realizzato l’installazione ‘Inversion’: sei blocchi di pietra leccese, estratti in una cava esistente fin dall’epoca dell’antica Roma, alti 1,2 m e pesanti 1,15 tonnellate. Le forme in pietra dell’installazione corrispondono ai blocchi di pietra rettangolari cavi e ai solidi ‘pieni’ corrispondenti: si riflettono in uno specchio d’acqua, attraverso il quale le forme dei blocchi vengono percepite dai visitatori nuovamente invertite. La sera i blocchi luccicano come lanterne di pietra, grazie all’illuminazione generata da tubi flessibili a led dell’azienda iGuzzini. A completare il progetto, la nuova fragranza maschile di Salvatore Ferragamo: Acqua Essenziale, una combinazione di essenza, la più alta forma di autenticità, e acqua, il più essenziale degli elementi naturali.

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L'accesso nella hall è marcato dall'installazione ‘Hooked Up’ realizzata da Dean Skira, un progettista specializzato in lighting design. Il padiglione, situato di fronte all’Aula Magna, è un volume geometrico lungo 16 m, in cui entrambi gli ingressi di 4 x 4 m consentono ai visitatori di entrare agevolmente. Al centro l’ampia area si trasforma progressivamente in un passaggio di 2,15 m di altezza, che offre ai visitatori una forte esperienza di luce spaziale grazie all’intensità delle fonti luminose. Nel padiglione si realizza un equilibrio preciso e calibrato tra ombra e luminosità, che non permette alla fonte luminosa di dominare con il suo bagliore, determinando così una sensazione profonda di spazio. L’installazione esplora vari messaggi culturali provenienti dal contesto e li ingloba attraverso la forma e la luce, accorpando i materiali e la tecnologia in una struttura solida dove la luce viene proposta come tessuto di contatto.

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Mario Cucinella, da sempre attento ai temi dell’energia e dell’impatto ambientale degli edifici, costruscie nel Cortile d’Onore un cubo monolitico, rivestito di tessere esagonali in gres nero realizzate da Marazzi attraverso un processo produttivo all’avanguardia. Attraverso una rampa d’ingresso, che porta a quota rialzata, si accede all’interno dell’installazione, uno spazio illuminato da neon e caratterizzato dalla vaporizzazione di aria purificata tramite ugelli collegati a un impianto meccanico, da qui il nome dell’installazione ‘Aria Pura’. Luci, suoni e aria vaporizzata creano all’interno dello spazio un’atmosfera di benessere, come un grande polmone; il visitatore, respirando l’aria purificata, diventa parte attiva dell’installazione.

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La struttura del padiglione di Archizero nel Cortile d’Onore, realizzata in tubolari di ferro grezzo, supporta e guida una parete di lamelle di legno che, grazie a un’accelerazione delle linee verso l’alto, diventa copertura. La struttura fluttua sopra le masse marmoree tracciando un’architettura forte e potente. L’installazione ‘SenSai’ mette in relazione e fa convivere leggerezza e massa: l’elemento marmoreo è utilizzato quasi come la montagna lo offre, alla ricerca del SenSai appunto, un canone della bellezza giapponese che pone l’accento sulla forza intrinseca dei materiali e si basa sulla relazione naturale tra linee e piani, tra vuoti e pieni, tra interni ed esterni. La finalità dell’opera è di poter inserire in questo sottile equilibrio l’uomo, accogliendolo e rendendo più gradevole l’abitare.

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Michele De Lucchi ha invece ideato, sempre nel Cortile d’Onore, l’installazione ‘Sguardi Indiscreti’: una casetta in legno di abete naturale prodotta tradizionalmente, a travi e montanti su una pedana dello stesso materiale. I bassorilievi esterni in gesso raffigurano volti, mani, nasi di statue classiche, e occhiali sempre in gesso, creati ad hoc dalla Gipsoteca Fumagalli e Dossi, che realizza ancora i calchi secondo procedimento tradizionale. Alcuni occhiali hanno al posto delle lenti dei buchi da cui guardare all’interno della casetta, dove un gioco di specchi riflette immagini animate proiettate su monitor come in un caleidoscopio. Il senso di tutto questo è quello di osservare sempre da due punti di vista, di guardare alla bellezza dell’umanesimo senza abbandonare la curiosità verso l’evoluzione, per imparare a costruire la personalità delle cose del mondo che si riflette sulla bellezza dell’ambiente e della società.

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Ancora nel Cortile d’Onore, Simone De Micheli strizza l’occhio a Le Corbusier con un ‘Moduloibrido’ sensoriale: un insieme essenziale-complesso che parla di architettura modulare possibile e di tecnologia. Rappresenta un manifesto-modello intessuto di contenuti etici: sostenibilità, efficienza energetica, qualità dell’aria, utilizzo di risorse energetiche naturali, luce, nuova materia, ottimizzazione prestazionale ed economica, impatto zero. È un modulo abitativo sperimentale ibrido ed espandibile, ad alto gradiente tecnologico, che evidenzia come, attraverso un progetto di sistema tecnico-impiantistico e costruttivo, si possano creare nuove dimensioni contaminate e contaminanti (in termini espressivi e contenutistici) per l’uomo del presente-futuro.

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‘House of Senses’ è un’installazione contemplativa di Christophe Pillet nel Cortile Farmacia, una costruzione suggestiva che integra elementi naturali, dispositivi tecnologici e video artistici in un mix creativo teso a risvegliare e sollecitare i sensi. Edificata interamente in legno tinto nero antracite, caratterizzato da una finitura spazzolata, poggia su di una piattaforma. La vegetazione ricopre il tetto rettangolare e piatto. Le tre pareti sono schermi, su cui sono proiettati video sincronizzati che esplorano l’universo della sensorialità, ideati dagli artisti di Studio Azzurro, gruppo di artisti dei nuovi media. Il pavimento e il soffitto sono realizzati con uno speciale materiale riflettente, che aumenta l’effetto impressionistico dello spazio, rispecchiando le immagini proiettate sulle pareti. Alberi alti e dal fusto sottile attraversano il tetto e divengono il cuore dell’installazione, mettendo in contatto la natura con la tecnologia degli schermi. I visitatori sono coinvolti inoltre dall’animazione dei video proiettati in tutto il padiglione e dalle installazioni interattive di Sfelab, collocate negli spazi del porticato e finalizzate a investigare il mondo dei sensi.

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La galleria realizzata dall’architetto milanese Luca Scacchetti è una sorta di tronco cavo da percorrere, interamente riciclabile, che salendo di quota offre viste insolite del contesto e risponde alle questioni oggi più pressanti: ecologia, leggerezza, prefabbricazione, sostenibilità energetica. Akihisa Hirata, nel Portico Richini, da forma alla città del futuro con l’installazione ‘Energetic Energies’, in cui i pannelli solari ricoprono, come piante, volumi somiglianti a raggruppamenti di costruzioni urbane, creando un paesaggio collinare. L’installazione composta da due elementi longilinei e ondulati che fluiscono uno nell’altro e che, se osservati dall’asse centrale del Cortile, sembrano uniti a formare un ampio arco, è l’installazione ‘Golden River’ dello Studio Speech Tchoban & Kuznetsov. Luci, superfici riflettenti e fusione tra forme antiche e oggetti contemporanei ispirano le creazioni dei designer, come nella scala al neon di Federica Marangoni, che taglia in maniera ascensionale il porticato del Cortile d'Onore, o nella trasformazione di uno dei portali interni della Ca' Granda, che lo Studio Autoban reinterpreta associando cosmetici e materiali d'avanguardia.

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Milano con il Fuorisalone si conferma dunque capitale del design, esportando l’immagine e la cultura architettonica di un’Italia fatta da persone illuminate, professionisti, aziende e artigiani che lavorano seriamente sulla qualità. La più profonda e importante componente di questo successo, a prescindere dallo specifico contenuto delle diverse proposte, è il fatto di proporre a chiunque un consumo culturale, spettacolare e di mercato, tradotto in performance, installazioni, mostre ed espressioni sperimentali, in modo del tutto spontaneo, negli spazi e nei nuovi quartieri della città trasformati in luoghi ‘atipici’ e seducenti, offrendo al pubblico l’inconsueta presenza di espressioni del progetto contemporaneo.

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