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È morto Alberto Asor Rosa, è stato uno degli intellettuali italiani più influenti del 900

È morto a 89 anni Alberto Asor Rosa, Critico della Letteratura nonché uno degli intellettuali italiani più influenti del 900.
A cura di Redazione Cultura
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Alberto Asor Rosa (LaPresse)
Alberto Asor Rosa (LaPresse)

È morto a 89 anni il critico e storico della letteratura Alberto Asor Rosa. Lo riporta Repubblica, che non scrive quali sono le cause della morte. Asor Rosa è considerato uno dei maggiori intellettuali italiani del ‘900, sempre al centro della vita culturale del paese è stato professore ordinario di Letteratura italiana all'Università La Sapienza di Roma – di cui era professore emerito – e successivamente ha avuto anche un ruolo politico importante, essendo stato deputato per il PCI dal 1979 al 1980.

Di ispirazione marxista, Asor Rosa è stato uno degli intellettuali che più di tutti si è speso per approfondire e studiare il rapporto tra intellettuale e Potere, con l'idea che l'intellettuale non dovesse essere integrato e per questo non ha mai risparmiato critiche anche alla "sua" parte politica. Definito spesso disobbediente, Asor Rosa non è mai stato un intellettuale organico, anzi, e questo non sempre gli ha reso la vita facile. È stato impegnato tra gli anni 60 e 90 anche nella collaborazione con diverse riviste come Quaderni rossi, Classe operaia, Laboratorio politico e Mondo Nuovo, guardando negli anni della sua formazione alla condizione della classe operaia, entrando e uscendo dal PCI che pure gli permise un'esperienza importante in Parlamento.

Per capire quale fosse la sua posizione degli ultimi anni sulla condizione dell'intellettuale nella società contemporanea si può prendere un passo del libro intervista "Il grande silenzio. Intervista sugli intellettuali " in cui diceva: "Provando la sensazione di un cambiamento di grandissima portata, mi sento come il testimone di una lunga serie di tentativi che si sono posti come obiettivo l’incivilimento di questo paese (…). È dichiaratamente finito il periodo dei grandi conflitti ideologici che corrispondevano ai grandi conflitti storici e sociali e cercavano di spiegarli, sistematizzandoli. Oggi non c’è più il conflitto tra le classi, forse (almeno nel senso tradizionale del termine) non ci sono neppure più le classi che hanno reso possibile l’esercizio della funzione intellettuale. Non ci sono più le grandi ideologie che da- vano un senso a quel conflitto. E forse, come qualcuno ha teorizzato, non c’è più il senso della storia"

Ha diretto la Letteratura italiana Einaudi e sempre per l'editore torinese ha pubblicato libri come "Scrittori e popolo", "Genus italicum", "Stile Calvino", "Storia europea della letteratura italiana", "Breve storia della letteratura italiana", "Machiavelli e l'Italia" e "L'eroe virile. Saggio su Joseph Conrad" e i volumi di saggistica politica, "Le due società. Ipotesi sulla crisi italiana" e "La guerra. Sulle forme attuali della convivenza umana". Tra i suoi libri di narrativa ci sono anche "L'alba di un mondo nuovo", "Storie di animali e altri viventi", "Assunta e Alessandro", "Racconti dell'errore" e "Amori sospesi".

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