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Dal 15 giugno al 15 luglio va in scena il Napoli Teatro Festival 2016

Dopo un tourbillon di polemiche, annunci e smentite prende il via il Napoli Teatro Festival firmato da Franco Dragone, con ben dieci titoli di danza.
A cura di Massimiliano Craus
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Kiss & Cry, ph. Maarten Vanden Abeele
Kiss & Cry, ph. Maarten Vanden Abeele

Finalmente si dà voce al palcoscenico e si abbandona definitivamente la ridda di voci che ci ha accompagnato in quest'ultimo mese di attesa del nuovo Napoli Teatro Festival 2016. Purtroppo si era intuito da tempo che non sarebbe stata un'avventura semplice per Franco Dragone, eppure le premesse di qualità ed innovazione di certo non mancavano all'artista e direttore dei lavori italo-bega. Passiamo dunque a fare la conta dei titoli e degli artisti, lasciando ai posteri le polemiche e le disquisizioni così astratte e fumose al cospetto della tanta danza prevista in questa edizione 2016.

Partendo proprio dall'inaugurazione del 15 giugno al Teatro Politeama di Napoli con Kiss & cry di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael, attraverso cui  il linguaggio del corpo entra in relazione dialogica con il grande schermo. Sullo sfondo scorrono immagini di più coreografie e, tra esse, fanno la loro comparsa figure imponenti e affascinanti, nude e muscolose, dotate di una straordinaria sensualità: si incontrano, si toccano, si accarezzano. Sono dita delle mani riprese a distanza ravvicinata e proiettate sul grande schermo. Si muovono fra miniature, case di bambole, minidivani e minilampioni e raccontano le loro storie. Giusto qualche giorno prima di ST/LL di Shiro Takatani, uno dei più visionari video-artisti del panorama mondiale che, nel suo ultimo lavoro in scena al Teatro Politeama il 20 giugno, indaga tutte le possibili declinazioni della parola inglese “still” (silenzioso, immobile, ancora) arrivando a concepire uno spettacolo che dispiega il tempo in un meraviglioso poema visivo. È un mondo strano quello di Shiro Takatani dove le cose reali sotto ai nostri occhi si nascondono per meglio invaderci attraverso uno schermo gigante che amplifica le loro dimensioni e i loro movimenti.

La danza presente nel Napoli Teatro Festival racconta tuttavia storie universali come quelle di Shiro Takatani ma anche quelle un po' crepuscolari di Sara Sole Notarbartolo in La danse des amants, uno spettacolo in festa che sarà rappresentato il 20 giugno nella cornice della napoletana Villa Pignatelli. Lo spettacolo è ambientato in un piccolo paese italiano "nel mille e novecento e qualcosa", un paese tanto piccolo che, pur essendoci una guerra, non vi accade mai niente. È la sera del ballo d’estate, notte di passione, momento in cui l’amore in tutte le sue forme diviene catalizzatore del bene e del male. E il ballo, alla fine, coinvolgerà tutto e tutti ben oltre la scena. Spettacolo antipasto di un'altra storia d'amore, quella di un Romeo e Giulietta rivisto e corretto da Yaman Okur a più tinte ma dal titolo piuttosto scontato di Love stories, in scena nella maestosa Arena Flegrea di Napoli il 28 giugno con le sorelle pianiste Katia e Marielle Labèque, sullo spartito del West Side Story di Leonard Bernstein e su partiture originali di David Chalmin.

Dall'1 al 15 luglio si riparte con altri sei titoli di danza

Kiss & Cry, ph. Maarten Vanden Abeele
Kiss & Cry, ph. Maarten Vanden Abeele

La mano del direttore irpino del Napoli Teatro Festival si vede nel primo titolo coreutico dell'1 luglio al Teatro Bellini di Napoli, quella La grenouille avait raison del circense e danzatore James Thierrée. Autore di un racconto brillante e leggero sul mondo dell’infanzia, James Thierrée porta in scena  una fiaba realistica e grottesca utile a rivivere i più segreti sogni e incubi infantili.

Neanche il tempo di farci ammaliare dalle fiabe che il 2 luglio ci si proietta al Teatro Augusteo di Napoli nella nuova America tersicorea di Flexn, ovvero la creazione collettiva di Reggie (Regg Roc) Gray e Peter Sellars realizzata con la Flex community di New York. Fa bene chiarire che la danza flex è un particolare genere di movimento e espressione del corpo che dal 2015 dilaga in America. I danzatori, attraverso un linguaggio del corpo innovativo, esprimono temi di disagio sociale collegati alla cultura del movimento dei sobborghi neri in scena per la prima volta in Italia. Bel Paese dove invece ritorna spesso e volentieri l'etoile del balletto Svetlana Zakharova con la Carmen Suite del coreografo cubano Alberto Alonso.

Già vista qualche mesetto fa al Teatro di San Carlo di Napoli, la bellissima etoile interpreterà ancora al Teatro Politeama di Napoli il 10 luglio la Carmen che fu di Maja Plisetskaja sullo spartito di Georges Bizet rielaborato da Rodion Scedrin. La stella del balletto cede però presto il posto a due titoli insieme in una sol serata al Teatro Nuovo di Napoli. Scriviamo di  Nous sommes pareils à ces crapauds ed Ali di Ali Thabet e Hedi Thabet del 12 luglio con i quali si esplora il tema del matrimonio attraverso la storia di una donna e due uomini. Di fronte a loro un’orchestra, diretta da Sofyann Ben Youssef: i ritmi dei due musicisti greci e dei due tunisini presenti in scena oscillano tra il repertorio rébètiko e quello di Cheik el Afrit.

A questo segue Ali, creato da Mathurin Bolze e Hédi Thabet, la storia di un incontro tra due individui, un piccolo lavoro che vuole comunicare un’urgenza attraverso il linguaggio non verbale. Entrambi gli spettacoli affrontano il tema dell’alterità, dell’ambiguità e del desiderio visti da prospettive e terre così vicine ed al contempo così lontane. Proprio come la Grecia protagonista celata in Late night, drammaturgia ed ideazione blitztheatregroup sul palcoscenico del Teatro Piccolo Bellini di Napoli il 13 luglio. In scena l’ultima creazione di uno dei collettivi più interessanti della nuova scena ateniese con Late Night, titolo che evoca la profonda crisi della società europea che stritola gli individui in una quotidianità sulla quale non hanno più nessun tipo di ascendente. In una sala da ballo d’altri tempi, tre donne e tre uomini danzano rivelandoci frammenti di una storia che non sarà mai raccontata.

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