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Carlo Conti a Sanremo 2025, Mazza: “Continui a portare nuovi talenti. La Rai? Deve rivedere i rimborsi”

Enzo Mazza, ceo di FIMI, ha parlato a Fanpage di cosa ne pensano le discografiche del ritorno di Carlo Conti al timone del Festival di Sanremo e torna sulla polemica rimborsi Rai.
A cura di Francesco Raiola
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Carlo Conti (LaPresse)
Carlo Conti (LaPresse)

Questa mattina è stato annunciato Carlo Conti come prossimo conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2025. Quello del presentatore è un ritorno, visto che era stato al timone del Festival già nel triennio 2014-2017 (quest'ultimo, assieme a Maria De Filippi), quando a vincere furono, rispettivamente, Il volo, gli Stadio e Francesco Gabbani. E proprio la vittoria di Occidentali's Karma – sulla favorita Fiorella Mannoia – è vista, in generale, come il primo seme della nuova direzione che avrebbe preso la kermesse negli anni successivi, prima con il biennio di Claudio Baglioni e poi con il quinquennio di Amadeus, che ne avrebbe fatto il centro nevralgico della discografia italiana.

Ma la discografia come ha preso questo annuncio? Lo abbiamo chiesto a Enzo Mazza, Ceo di Fimi (che rappresenta le maggiori imprese produttrici e distributrici del settore discografico), che aveva già espresso il proprio favore per il conduttore parlando di "un professionista che ha aperto la strada anche ai grandi risultati di Amadeus", dicendosi contento "del suo ritorno alla guida dell’evento": "È un momento particolarmente felice per l’industria musicale italiana e il direttore artistico avrà davanti a se un’ampia scelta di talenti multiplatino che dominano le classifiche da portare in gara". C'è però un punto su cui le discografiche lottano con la Rai, ovvero i rimborsi e i costi che le etichette spendono per il Festival. Fanpage ha chiesto a Mazza quali sono le prospettive.

Mazza, quali sono le sfide maggiori per Carlo Conti, oggi?

La musica sta ovviamente evolvendo e ogni anno nascono nuovi talenti che sono sicuro Conti cercherà di avere al festival. È importante tenere una connessione con il mercato perché come dimostra il flop dell’Eurovision in termini di streaming si può avere un grande evento televisivo ma poco significativo poi per chi consuma musica. E in questi anni RAI ha capito che i giovani streamer sono anche fan del festival se porti i loro beniamini in gara.

Cambia qualcosa per le discografiche? Che rapporto avete con Conti?

Le case discografiche hanno sicuramente pronte molte proposte interessanti in linea e con Conti i rapporti sono sempre stati ottimi. Lui è un grande professionista che ascolta e si confronta.

A che punto siete con la questione soldi da parte della Rai? 

La questione economica è al centro delle discussioni con RAI e abbiamo fatto capire che la situazione costi è assolutamente insostenibile.

Cosa deve cambiare?

Vanno rivisti i rimborsi in maniera significativa a fronte dei grandi incassi di RAI pubblicità. Per un artista in gara dal 2020 i costi sono di fatto triplicati. Non parliamo poi della serata cover, inutile dal punto di vista del mercato discografico ma costosissima per le aziende.

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