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Blasfamous, da Mirka Andolfo una serie a fumetti per riflettere sullo star system di oggi

Fanpage.it ha parlato con l’autrice già nota per Sacro/Profano, ControNatura e Sweet Paprika dell’ultima dark comedy pubblicata da Star Comics. Un viaggio dalle tinte fantasy tra popstar, social e successi virali.
A cura di Lorena Rao
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Nel mondo di Blasfamous, le popstar non sono semplici VIP, ma divinità osannate dalle masse. Canzone dopo canzone, riescono ad attrarre a sé follower e fan, accrescendo la loro influenza tra il pubblico sempre più adorante. Clelia, l’attuale regina del pop, è una maestra in questo. Tuttavia, una nuova generazione di superstar virale rischia di mettere a repentaglio la carriera dell’ambiziosa cantante, guidata dal suo agente demoniaco Padre Lev. Inizia così una lotta tra musica e misticismo per ottenere la supremazia del palcoscenico.

L'intervista all'autrice Mirka Andolfo

Questo è l’incipt della nuova miniserie di Mirka Andolfo, eclettica fumettista di fama internazionale (DC Comics, Panini Comics, Topolino e molto altro). Una dark comedy che unisce l’urban fantasy e lo star system, dando origine a un peculiare mix di situazioni. “Diciamo che a me piace sempre unire il mondo reale ad uno più di fantasia nei miei fumetti”, ha detto a Fanpage.it la stessa Andolfo durante Milan Games Week & Cartoomics. “Potevo prendere lo star system attuale, dove ci sono questi VIP che vengono osannati come divinità, e renderlo reale nel mondo di Blasfamous. Tutto è nato da questa unione tra ciò che non è vero e ciò che è vero”.

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La fama e il successo, al costo di rinunciare alla propria identità

Una prospettiva particolare, che mette al centro fama, successo, social, a costo di rinunciare alla propria identità. La protagonista di Blasfamous incarna perfettamente questi valori. “Clelia vive per rendere felici i suoi fan perché è parte del suo lavoro. Per lei è fondamentale”, spiega meglio Andolfo. “Non è semplicemente una star: lei è proprio una beata che sarà destinata a diventare una santa, e deve lavorare per rendere felice la sua agenzia il più possibile. Se non lo fa, ne pagherà le conseguenze in maniera estrema, per così dire”. In altre parole, per Clelia è vitale essere amata dai suoi fan, anche se questo vuol dire non esprimere veramente se stessa. “Crea una figura fasulla per compiacere chi la segue”. Temi crudi e attuali, ammorbiditi dal tratto languido e morbido tipico dell’artista di origini napoletane, attraverso il quale prendono forma vicende paradossali tra le luci sfavillanti della musica pop.

La centralità delle agenzie discografiche, che come burattinai tirano i fili dei VIP eletti di Blasfamous, rimanda al complesso mondo del K-pop, la musica coreana fatta di coreografie coinvolgenti e trend musicali che negli ultimi anni ha conquistato le giovani generazioni di tutto il mondo, finita spesso sotto i riflettori per le storie di sfruttamento e di cattive condizioni con cui lavorano le idol e gli idol sudcoreani. Un rimando specifico, anche se Blasfamous intende parlare della vita delle star dei giorni nostri da una prospettiva più ampia. “C'è un discorso sulla fama e sui performer in generale proprio, che siano idol orientali o no”, precisa Andolfo. “Penso che sia un discorso che si possa applicare a tutti i VIP, non solo cantanti: Clelia è una cantante, ma nel mondo di Blasfamous vediamo che l'agenzia per cui lavora si occupa di tantissimi tipi di VIP come attori e influencer”. La nuova miniserie intende dunque parlare della fama “in quanto strumento che rende persone normali qualcosa di più, anche se alla fine restano pur sempre persone normali”.

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