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Colombia, oltre 250 morti nella lava di fango a Mocoa: nessun italiano tra i dispersi

Si aggrava il bilancio della tragedia in Colombia. L’Unità di crisi della Farnesina intanto smentisce le voci sulla presenza di connazionali tra i dispersi.
A cura di Antonio Palma
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Si aggrava di ora in ora il tragico bilancio delle inondazioni che hanno colpito la Colombia nel scorse ore provocando una lava di fango e detriti che ha distrutto un'ampia zona della città di Mocoa, nella parte sud occidentale del Paese. Secondo i dati forniti dallo stesso presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, i morti accertati dai soccorritori giunti sul posto sono saliti ormai a 254 mentre i feriti sono 203. Tra le vittime purtroppo ci sono almeno 62 minori. Vista la situazione di totale precarietà che si vive nella zona colpita, alcune delle vittime devono ancora essere identificate.

Un bilancio gravissimo ma purtroppo ancora provvisorio visto che vigili del fuoco, militari e tutti quelli intervenuti sul luogo della tragedia stanno scavando ancora nel fango alla ricerca di decine di dispersi. Tra questi ultimi, secondo quanto emerso nelle ultime ore, ci sarebbero anche alcuni italiani.  A riferire la presenza di nostri connazionali sul posto è stata la Croce Rossa locale, che sta partecipando alle operazioni di recupero, secondo la quale al momento dello straripamento dei tre fiumi che hanno causato poi la lava di fango che ha investito almeno 17 quartieri della città all’alba di sabato, vi erano diversi stranieri.

Ieri si era diffusa la voce relativa ai due italiani tra i dispersi. La Farnesins oggi ha smentito: "tutti i connazionali segnalati all'ambasciata in prossimità di Mocoa sono stati contattati", ha spiegato il Ministero degli Esteri. "Nella zona più colpita c’è un albergo che ospita molti stranieri" ha spiegato ancora il funzionario, ricordando che a Mocoa operano alcune Ong straniere che svolgono opere umanitarie i cui volontari di solito si fermano in un ostello che si trovava lungo la strada colpita dalla valanga e di cui non resta più niente. L'Unità di crisi della Farnesina aveva confermato in precedenza di essere in contatto con le autorità colombiane per verificare la eventuale presenza di italiani e per prestare assistenza ai loro familiari senza però dare altre spiegazioni.

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