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Aggiornamenti sul referendum in Catalogna

Catalogna, l’offerta di Rajoy: se Puigdemont convoca il voto anticipato, niente commissariamento

Sono ore di tensione in Spagna: alle 10 di giovedì 19 ottobre scade l’ultimatum di Madrid e la Catalogna dovrà rinunciare formalmente a riconoscere il voto referendario dello scorso 1 ottobre, pena il commissariamento. Fonti spagnole sostengono che Rajoy accetterebbe di rinunciare all’attivazione del 155 nel caso in cui Puigdemont dovesse decidere di andare a elezioni anticipate. Pare però che il presidente catalano abbia già scartato l’ipotesi.
A cura di Charlotte Matteini
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Domani mattina scadrà l'ultimatum imposto dal governo di Madrid alla Catalogna ma, secondo quanto si apprende da fonti locali spagnole, il premier Mariano Rajoy sarebbe intenzionato risolvere la crisi catalana avanzando una sorta di proposta "di pace" alla Generalitat guidata dall'indipendentista Carles Puigdemont. Fino a poche ore fa il piano di Madrid sembrava essere ben preciso: entro le ore 10 di domani mattina, giovedì 19 ottobre, Puigdemont dovrà disconoscere, come richiesto, il risultato referendario dello scorso primo ottobre, e dunque rinunciare formalmente a procedere con la dichiarazione d'indipendenza unilaterale della Catalogna, pena l'applicazione immediata dell'articolo 155 della costituzione spagnola, procedura che porterebbe Madrid a revocare l'autonomia alla regione catalana, commissariandola.

Nel corso delle ultime ore, però, sembra divenuta ancor più esplosiva dopo l'arresto per sedizione dei due leader indipendentisti Sanchez e Cuixart, che ha provocato oceaniche proteste in tutta la Catalogna, degeneri ulteriormente. Al momento sembra che sul piatto ci sia un altro tipo di offerta: il premier spagnolo sarebbe pronto a rinunciare al commissariamento della Catalogna qualora Carles Puigemont dovesse decidere di convocare le elezioni anticipate. Le elezioni anticipate, in sostanza, permetterebbero alla Catalogna di "rientrare nella legalità" e allo stesso tempo evitare la revoca dell'autonomia.

Il voto anticipato, infatti, servirebbe a salvare la regione catalana dal commissariamento da parte del governo centrale, una misura costituzionale mai applicata nella storia della Spagna e che prevede sostanzialmente la destituzione dei vertici delle istituzioni della regione ribelle e la perdita di ogni tipo di autonomia, che passerebbe nelle mani del governo centrale e dei commissari inviati da Madrid.

Secondo fonti dell'agenzia Efe, però, sembra che l'ipotesi delle elezioni regionali anticipate sarebbe stata già scartata da Puigdemont stesso e men che meno potrebbe essere ora presa in considerazione, dopo le minacce di Madrid e gli arresti dei due leader indipentisti. Altre fonti inoltre sostengono che i partiti indipendentisti che da quasi due anni sostengono il presidente catalano, Cup in prima fila, starebbero cercando di convincere Puigdemont ad abbandonare la strada del dialogo con Madrid spingendolo a revocare la sospensione della dichiarazione d'indipendenza e, dunque, a dare il via alla secessione unilaterale della Catalogna nonostante il rischio commissariamento.

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