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Caso Tarantini: spunta l’ipotesi di un interrogatorio di Berlusconi accompagnato dall’avvocato

Dopo le minacce di accompagnamento coatto del Premier e la risposta di ispezioni da parte del Pdl, la situazione sulla vicenda Tarantini è sempre più ingarbugliata. L’ultimatum della Procura scade domenica e Berlusconi potrebbe presentarsi davanti ai Pm accompagnato dal suo avvocato.
A cura di Antonio Palma
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Berlusconi con i suoi avvocati

L’eterna paura delle toghe da parte del Premier si ripresenta ad ogni nuovo caso giudiziario che lo riguarda. Berlusconi anche per la vicenda Tarantini non ha nessuna intenzione di presentarsi tranquillamente davanti ai magistrati. Il Presidente è talmente convinto che i giudici stiano per giocargli un brutto scherzo che non si fida, ritarda, antepone impegni istituzionali e avanza critiche di competenza territoriale.

La vicenda sta assumendo toni grotteschi se non fosse che si parla di ricatti ed estorsioni ai danni del nostro Presidente del Consiglio, cioè dell’uomo che ha in mano le redini del Paese. Berlusconi, infatti, in questa storia è parte lesa, come continuano a ripetergli i giudici, ma lui si comporta come accusato, sfuggendo alle domande dei pm di Napoli. Non sono servite le memorie spedite dal Premier alla procura di Napoli, i giudici vogliono ascoltarlo personalmente anche perché come ha ricordato Lepore per questa inchiesta sono agli arresti due persone, Tarantini, in carcere a Poggioreale, e la moglie, agli arresti domiciliari.

Il Procuratore capo di Napoli a questo tira e molla del Premier aveva addirittura minacciato un possibile accompagnamento coatto che, però, non è servito a molto se non a impensierire di più il Premier e i suoi scagnozzi. Dal Pdl, infatti, ieri subito sono partite le richieste di ispezione alla Procura partenopea, ancora una volta usate come minaccia ai giudici. Il Ministro della Giustizia, Nitto Palma, fortunatamente, ha lasciato stare le ispezioni, ma ha voluto comunque disporre ulteriori accertamenti sul caso, chiederà tutti i chiarimenti e solo poi deciderà il da farsi.

Spiragli per un possibile allentamento della tensione arrivano stranamente dallo storico avvocato del Premier, il deputato Niccolò Ghedini, che ascoltato dai giudici avrebbe risposto tranquillamente a tutte le domande. Anche il sottosegretario Ghedini, infatti, è stato interrogato come persona informata dei fatti nella vicenda di passaggio di denaro tra Berlusconi e la famiglia Tarantini. Proprio in questo colloquio sarebbe spuntata un’ipotesi accettabile per le parti, cioè un interrogatorio del Premier accompagnato, però, dal suo avvocato.

Una procedura del tutto particolare per un teste speciale, ma forse l’unica soluzione praticabile. L’idea dell’accompagnamento coatto, infatti, è debole anche perché si dovrebbe comunque aspettare l’assenso del Parlamento. Berlusconi ha la possibilità di scegliere qualunque giorno da domani a domenica, speriamo si convinca presto e finisca questo balletto di rinvii che rischia di mettere in ridicolo anche l’Italia.

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