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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caso Cucchi, Boldrini: “Ilaria, nessuno potrà ridarti Stefano, ma hai infranto il muro dell’omertà”

“Ora, finalmente, sta emergendo la verità. È vero, nessuno ti restituirà Stefano, ma hai dimostrato a tutti che quando ci si impegna per una causa giusta e lo si fa con intelligenza e determinazione, come hai fatto tu, si può infrangere il muro dell’omertà e dell’ipocrisia. Io ti abbraccio e ti sono accanto. E sarò al tuo fianco fino a quando non si avrà giustizia”, ha scritto l’ex presidente della Camera Laura Boldrini in una lettera indirizzata a Ilaria Cucchi.
A cura di Charlotte Matteini
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Anche l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, interviene sul caso Cucchi per commentare le rivelazioni del carabiniere Francesco Tedesco, imputato nel processo per la morte di Stefano Cucchi, ed esprimere solidarietà alla sorella Ilaria: "Cara Ilaria, so quello che tu e i tuoi familiari avete sopportato in questi anni, il dolore e la sofferenza di cui ti sei fatta carico dopo la morte di tuo fratello. E ho visto anche quanto sei stata tenace, resistendo e sopportando le delusioni e le umiliazioni che hai dovuto patire", si legge nella lettera scritta dall'ex presidente della Camera.

"Ora, finalmente, sta emergendo la verità. È vero, nessuno ti restituirà Stefano, ma hai dimostrato a tutti che quando ci si impegna per una causa giusta e lo si fa con intelligenza e determinazione, come hai fatto tu, si può infrangere il muro dell’omertà e dell’ipocrisia. Io ti abbraccio e ti sono accanto. E sarò al tuo fianco fino a quando non si avrà giustizia", conclude Laura Boldrini.

Nella giornata di oggi, il pm Giovanni Musarò ha dichiarato che Francesco Tedesco, imputato nell'ambito del processo bis per la morte di Stefano Cucchi avvenuta nel 2009, nel giugno scorso ha ricostruito la notte dell'arresto di Stefano chiamando in causa due dei colleghi coinvolti con lui nel procedimento – Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro – e dichiarando che sarebbero stati loro gli autori del pestaggio. "In sintesi ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto. I successivi riscontri della procura hanno portato ad appurare che è stata redatta una notazione di servizio che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”, ha spiegato il pm.

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