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Casalesi, arrestati i fratelli di Zagaria

Pizzo sui lavori di realizzazione del Centro Commerciale Campania. In manette sette presunti affiliati al clan dei Casalesi. Nel mirino della cosca i pm antimafia.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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arresto fratelli Zagaria

Sette ordinanze di custodia cautelare per associazione camorristica e estorsione aggravata sono state emesse ai danni di altrettante persone ritenute affiliate al clan dei Casalesi. In particolare le ordinanze emesse dal gip del tribunale di Napoli hanno colpito l'ala del clan che fa capo al boss latitante Michele Zagaria. Ad eseguirle sono stati gli agenti delle squadre mobili di Napoli e Caserta coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Destinatari dei provvedimenti sono stati, tra gli altri, due fratelli della primula rossa del clan, Pasquale e Carmine, oltre al cugino del boss, Pasquale Fontana e suo fratello Michele, ritenuto l'attuale reggente della cosca. La principale accusa è quella di aver preteso una tangente di 450 mila euro ai danni dell'imprenditore edile che stava costruendo il Centro Commerciale Campania. La più importante realtà commerciale non era sfuggita agli uomini di Michele Zagaria che secondo l'Antimafia avevano chiesto la loro parte sull'affare milionario.

Fondamentali per l'inchiesta sono state le rivelazioni del neo collaboratore di giustizia, Nicola Cangiano. E' stato il pentito a svelare i retroscena di quella richiesta estorsiva e non solo. Cangiano ha infatti rivelato agli inquirenti anche un piano della cosca per realizzare attentati ai danni di alcuni magistrati. In particolare ai danni dei sostituti procuratori antimafia, Catello Maresca, Cesare Sirignano e Alessandro Milita, puntando poi anche al loro coordinatore, l'allora procuratore aggiunto Franco Roberti attualmente procuratore capo a Salerno.

Una strategia stragista che stava per essere decisa a tavolino. Un tavolo a cui sedevano l'allora boss latitante, Antonio Iovine, alias "o' nennillo", il killer Giuseppe Setola e il figlio di "Sandokan", Nicola Schiavone. Una strategia criminale che già era venuta fuori nei racconti di altri collaboratori di giustizia che avevano indicato come altro possibile bersaglio anche un altro pm antimafia, Antonello Ardituro. Gli inquirenti sono però riusciti a stringere il cerchio in tempo.

Le ordinanze di custodia cautelare ai fratelli di Zagaria sono state notificate in carcere agli stessi detenuti per altra causa. Nei prossimi giorni compariranno dinanzi al gip partenopeo per l'interrogatorio di garanzia. L'operazione della Dda segue i sequestri effettuati ai danni di tre boss di Casal di Principe della scorsa settimana, per un totale di due milioni di euro recuperati, e i sedici arresti di settembre di altrettanti presunti affiliati.

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